Fiammata banche sostiene il Ftse Mib, tracollo per STM
Giro di boa settimanale decisamente movimentato per Piazza Affari. Dopo un’iniziale debolezza dettata dai rinnovati timori sulla crescita – con Confindustria che stima crescita zero per l’Italia e il governo che si appresterebbe a tagliare le stime a +0,1% – Piazza Affari ha ritrovato vigore grazie soprattutto alle indiscrezioni su possibili mosse Bce per andare incontro alle banche. In chiusura il Ftse Mib ha guadagnato lo 0,26% a 21.194 punti.
Le banche a ridosso di metà seduta erano arrivate a segnare guadagni anche di oltre il 4%. In chiusura Banco Bpm segna un progresso del 2,65%, Unicredit +2,74% e UBI +1,55%. La Banca centrale europea, stando a quanto riporta l’agenzia Reuters, starebbe studiando le opzioni per ridurre gli oneri che le banche pagano sulla loro liquidità in eccesso in modo per compensare gli effetti collaterali della sua politica ultra-accomodante. Ancora non sarebbe stata presa alcuna decisione in merito, ma l’obiettivo sarebbe quello di restituire parte dei 7 miliardi di euro l’anno che la BCE riscuote di interessi dalle banche. Il tasso sui depositi è attualmente di -0,40%. Oggi gli analisti di Barclays hanno stimato che i primi ritocchi al tasso sui depositi non arriveranno prima della seconda parte del 2020.
In prima fila oggi FCA, salita del 2,61% in scia alle nuove indiscrezioni del Financial Times che vedono Renault pronta a riavviare i negoziati di fusione con Nissan entro un anno e successivamente intenzionata a concentrarsi su un altro merger, con Fiat Chrysler tra i migliori candidati.
Maglia nera Stm (-6,54%). A scatenare le vendite sul titolo ha contribuito il nuovo taglio dell’outlook annunciato oggi da Infineon. Il colosso tedesco vede il giro d’affari 2019 fermarsi a 8 miliardi di euro (range previsione di più o meno 2%), con un incremento del 5,3% rispetto 2018, mentre precedentemente il gruppo puntava a un +9%.