Finale positivo per Piazza Affari (+0,5%), Wall Street valuta parole Powell
Chiusura sopra la parità per la maggior parte delle borse europee, compresa Piazza affari. Il Ftse Mib termina in rialzo dello 0,5% a 27.911 punti, con acquisti soprattutto su Inwit (+4,1%), Stm (+3,4%) e Diasorin (+2,6%), mentre arretrano Tenaris (-2,1%), Saipem (-1,5%) e Leonardo (-1,15%).
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si assottiglia a circa 177 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 4,41%. Fra i Treasury statunitensi, il biennale resta sopra il 5% e il decennale si ridimensiona al 3,94%, dopo l’aumento di ieri innescato dalle parole di Powell su una possibile accelerazione del ritmo delle strette monetarie e su un tasso terminale più alto di quanto previsto in precedenza.
Il presidente della Fed ha tenuto oggi la seconda parte della testimonianza al Congresso Usa, ribadendo il messaggio di ieri ma precisando che non è stata ancora presa alcuna decisione sul ritmo dell’inasprimento.
Intanto Thomas Barkin, numero uno della Fed di Richmond, ha rimarcato che la banca centrale deve continuare ad aumentare i tassi perché l’inflazione rimane troppo elevata, pur senza esprimere un’opinione sull’entità del prossimo ritocco. Gli analisti di Citigroup e di Goldman Sachs puntano ora ad una stretta da 50 punti base a marzo e ad un tasso terminale fra il 5,5% e il 5,7%.
Nel frattempo, i dati macro americani hanno evidenziato un incremento delle buste paga nel settore privato di 242 mila unità, sopra le attese, oltre ad un numero di posti di lavoro vacanti ancora storicamente elevato, che sottolinea lo squilibrio persistente tra domanda e offerta di lavoro e le conseguenti pressioni sui salari (e quindi sull’inflazione). Poco mossa Wall Street, con variazioni contenute per Dow Jones (-0,4%), S&P500 (-0,1%) e Nasdaq (flat).
Il cambio euro/dollaro si mantiene in area 1,055 e il dollaro/yen torna oscilla intorno a quota 137, dopo il rafforzamento di ieri del biglietto verde per via dei toni restrittivi di Powell. Fra le materie prime, petrolio (Brent) in calo a circa 82,7 dollari al barile per via del dollaro più forte e dei timori legati agli effetti economici di un ulteriore inasprimento della politica monetaria.
In giornata sono stati diffusi anche i numeri sul Pil dell’eurozona, stagnante nel 4Q 2022 (+1,8% a/a, lievemente sotto le stime) e sulle vendite al dettaglio in Italia, in rialzo dell’1,7% mensile e del 6,2% annuo a gennaio.
Infine, si segnala la decisione sui tassi da parte della Banca del Canada, che ha lasciato invariato il costo del denaro come da attese.