Fincantieri prevede nel 2021 ricavi in aumento fino al 30%, ritorno al dividendo dal 2022
La pandemia da coronavirus ha impattato su Fincantieri nel 2020 con una perdita di produzione del 20% rispetto a quanto programmato. Il quarto trimestre però ha visto un recupero produttivo che fa prevedere nel 2021 un percorso di crescita con il miglioramento della marginalità e il ritorno all’utile. “Di pari passo con i progressi attesi dal mondo scientifico in tema di cure e vaccinazioni, ci aspettiamo per l’anno in corso una crescita di oltre il 25%, garantita dall’elevato numero di ordini in portafoglio e un ritorno all’utile con il miglioramento della marginalità”, ha detto l’amministratore delegato Giuseppe Bono, in occasione della pubblicazione del bilancio 2020.
Fincantieri prevede per il 2021, in assenza di evoluzioni negative derivanti dalla pandemia, di ritornare ai livelli di crescita ante Covid-19. In particolare, stima ricavi in aumento del 25%-30% rispetto a quelli consuntivati nel 2020 (escluse le attività passanti). La crescita attesa potrebbe consentire il ritorno a una politica di distribuzione dei dividendi sostenibile a partire dal 2022.
Il 2020 si è chiuso con ricavi pari a 5.879 milioni di euro, in lieve calo rispetto ai 5.849 milioni del 2019, con gli ordini acquisiti che sono quasi dimezzati a4.526 milioni (8.692 milioni nel 2019). L’Ebitda è sceso da 320 a 314 milioni, scontando la mancata contribuzione di circa 80 milioni per la riduzione dei volumi di produzione e la perdita di produttività dovuta alla chiusura dei siti italiani, ma nel quarto trimestre si è attestato a 114 milioni, evidenziando un +40% rispetto al precedente trimestre. Il risultato d’esercizio di pertinenza del gruppo è negativo per 240 milioni contro la perdita di 141 milioni del 2019.