Forex: euro in ripresa dopo effetto Draghi. Reduce da tonfo peggiore da shock Brexit
Annunciando la fine del QE a dicembre di quest’anno, la Bce è riuscita a evitare il panico sui mercati azionari e sui bond che, anzi, sono stati interessati dai buy nelle ore successive all’annuncio e anche nella sessione odierna.
Altrettanto bene non è andata all’euro che, mentre il numero uno della Bce Mario Draghi parlava, ha bucato prima la soglia di $1,18, poi quella di $1,17, rompendo infine al ribasso anche quota $1,16.
Stamattina l’euro recupera nei confronti del dollaro, salendo dello 0,20% circa, a $1,1592, ma nelle ultime ore di contrattazioni è scivolato fino a $1,1555, al valore più basso dallo scorso 30 maggio, e ben lontano dal massimo in un mese a $1,1853 che aveva testato subito dopo l’annuncio della fine del QE, prima che Draghi rassicurasse i mercati.
Pur se in ripresa nella sessione odierna, l’euro accusa l’impatto del tonfo della vigilia, pari a -1,9%, e su base settimanale perde -1,72%, soffrendo la settimana peggiore dal novembre del 2016.
La moneta unica avanza nei confronti del franco svizzero attorno a CHF 1,1552, e anche sulla sterlina, a GBP 0,8737. Sullo yen sale a JPY 128,11.