Ftse Mib chiude a +0,29%, nuovi cali per Eni e CNH
Piazza Affari strappa il segno più dopo il tonfo di quasi il 5% della vigilia ma dilapida sul finale i guadagni cospicui della prima parte di giornata. Il Ftse Mib ha chiuso così in rialzo dello 0,29% a quota 16.768 punti. Prosegue l’ondata di deboli indicazioni macro da oltreoceano con il dipartimento del Lavoro Usa che ha diffuso i dati settimanali sulle nuove richieste di sussidi di disoccupazione, pari a ben 5,25 milioni, portando a circa 22 milioni il totale dell’ultimo mese.
Tra le banche nuovo strappo al ribasso per Bper (-4,32%) che ha toccato un minimo intraday a 2,199 euro e risulta anche il peggior titolo di tutto il Ftse Mib nel computo da inizio anno con un calo di oltre il 50%. Bene invece UBI con +2,99%.
In rialzo Unicredit (+0,66% a 6,666 euro) su cui oggi Credit Suisse ha confermato il giudizio outperform con prezzo obiettivo rivisto al ribasso da 16 a 12,5 euro.
Giornata positiva per Nexi (+3,28%) che ha diffuso i dati preliminari del primo trimestre 2020 con ricavi superiori ai 220 milioni ed ebitda a oltre 110 milioni nonostante il deterioramento nell’ultima parte del trimestre per il lockdown.
Protagonista in positivo oggi Azimut (+1,58% a 13,48 euro) dopo che Timone Fiduciaria, il patto che raccoglie poco meno del 20%, ha annunciato che sta per completare le operazioni preliminari per varare un programma di acquisto di azioni Azimut per un massimo di 60 milioni di euro.
Tra le big male Eni scesa dell’1,49%. Calo di oltre il 3% per Atlantia con Equita che ha tagliato il prezzo obiettivo del 30% in scia alla revisione delle stime che considerano un calo del traffico nel 2020 del 22% per Autostrade per l’Italia (Aspi) e del 20% per Abertis in Spagna e Francia.
Giornata difficile infine per CNH che ha chiuso in calo a 5,33 euro (-2,09%). Gli analisti di Equita SIM hanno tagliato le stime e il target price è sceso a 7 euro, con un taglio del 35%. “La crisi causata da COVID-19 avrà un forte impatto soprattutto su construction equipment e veicoli commerciali, la cui redditività era già cronicamente bassa; ci aspettiamo che entrambe le divisioni siano in perdita nel 2020 (adj. EBIT -0,15 e -0,24 miliardi) – argomenta la sim milanese – e riteniamo che lo spin-off della divisione on-highway venga rinviato (rispetto a gennaio 2021) dato che Iveco sarà in perdita e sarà impossibile garantire una struttura finanziaria di partenza sufficientemente solida per entrambe le entità”.