Ftse Mib chiude male: -1,16% con tonfi per Enel e Terna
Seduta incolore per Piazza Affari che non riesce a dare seguito ai rialzi della vigilia. Il Ftse Mib segna in chiusura -1-16%% a quota 20.961 punti. Ieri la Borsa di Milano aveva sovraperformato a seguito dell’esito delle elezioni politiche che hanno consegnato una salda maggioranza alla coalizione di centrodestra. Oggi a destare preoccupazioni è stato l’allargamento dello spread Btp-Bund che si è spinto oltre il muro dei 250 pb, livello che non toccava da maggio 2020. Il rendimento del Btp a 10 anni si è spinto fino a oltre il 4,7%, sui massimi a circa 9 anni. Ieri sera S&P Global Ratings ha messo in evidenza i limiti dell’Italia, che dispone di uno spazio di manovra di bilancio “limitato”, in vista della legge di bilancio che dovrà essere varata nell’arco delle prossime settimane, dopo la formazione dell’esecutivo.
Sul parterre di Piazza Affari in prima fila oggi spicca Nexi con un balzo del 2,5% dopo la pubblicazione dei nuovi target che indicano una crescita organica dei ricavi con un Cagr di circa il 9% e un Ebitda di circa il 14% nel periodo 2021-2025. I target del piano strategico approvato dal Cda vedono inoltre una crescita media annua dell’utile normalizzato netto di circa il 20% e oltre 2,8 miliardi di capitale in eccesso nel periodo 2023-2025.
Tra le banche arretra Unicredit (-1,82%) la promozione a overweight da parte di JP Morgan. Oltre -2% per Bper e Intesa.
Nuova seduta difficile per Enel (-4,75%, che soffre insieme a tutto il settore utility che paga l’impennata dei rendimenti dei titoli di Stato. Enel ha toccato il livello più basso da novembre 2018 a 4,332 euro. Peggio ha fatto Terna con 5,49% con Citi che ha confermato il giudizio sell.