Ftse Mib rifiata: dietrofront per ENI e titoli bancari
Primi scorci di giornata senza verve per Piazza Affari, reduce da due sedute in convinto rialzo. L’indice Ftse Mib cede lo 0,17% a quota 19.396 punti. Gli investitori guardano agli sviluppi oltreoceano dove il presidente americano Donald Trump ha deciso di congelare le trattative su un nuovo pacchetto di stimoli all’economia fino a dopo le elezioni presidenziali del prossimo 3 novembre. “Ho dato istruzioni ai miei rappresentanti di fermare le trattative fino a dopo le elezioni quando, subito dopo la mia vittoria, approveremo una grande legge di stimoli (Stimulus Bill), che si concentrerà sugli americani che lavorano duramente e sulle piccole imprese”, ha twittato ieri sera Trump.
Ieri a far salire Piazza Affari avevano contribuito le dichiarazioni della Lagarde. Il presidente Bce ha fatto intendere che l’istituto centrale è pronto a nuove misure di stimolo considerando il rischio di un rallentamento economico alla luce dell’avanzata della seconda ondaa di contagi in alcuni paesi europei.
A rifiatare sono soprattutto le banche (-1,2% Banco BPM, -1,33% Bper e -0,71% Unicredit), grandi protagoniste in positivo ieri sulle parole della Lagarde e quelle del ceo di Deutsche Bank che ha lasciato aperta la porta a operazioni di M&A.
Tra le altre big di Piazza Affari ritraccia anche ENI (-1,46%) in scia al segno meno del petrolio, reduce da due giornate di forti rialzi. Oltre -1% anche per Saipem e Tenaris.
Tra i segni più spiccano Stm e Ferrari, entrambe a +0,78%.