Ftse Mib risale la china dopo tonfo di ieri, TIM soffre ancora
Piazza Affari in parziale recupero in avvio (+0,4% il Ftse Mib a 20.641 punti) dopo il tonfo di ieri ai nuovi minimi annui con lo scoppio della crisi politica in Italia che si è aggiunto al deludente inizio della earning season a Wall Street con le trimestrali sotto le attese di JPMorgan e Morgan Stanley. Tuttavia ieri sera Wall Street ha limitato le perdite sul finale grazie anche all’attenuarsi delle attese di un rialzo jumbo da 100 pb dei tassi da parte della Fed. Due falchi quali il governatore della Fed Christopher Waller e il presidente della Fed di St. Louis James Bullard hanno entrambi affermato di essere favorevoli ad un altro aumento di 75 punti base per questo mese.
La stagione degli utili continua oggi con Wells Fargo e Citigroup. Sul fronte macro il PIL cinese ha segnato solo +0,4% rispetto allo scorso anno e si è ridotto del 2,4% rispetto all’ultimo trimestre.
In Italia ieri sera il presidente del Consiglio, Mario Draghi, si è dimesso dopo che il M5S non ha votato in Senato la fiducia sul Decreto Aiuti. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non ha accolto le dimissioni e ha invitato il premier a riferire al Parlamento mercoledì prossimo. La caduta del governo Draghi potrebbe portare a elezioni anticipate in autunno, ma nei prossimi giorni lo strappo del M5S potrebbe essere ricucito per tenere unita la maggioranza. “Draghi potrebbe ancora cercare il sostegno degli alleati in una nuova votazione. La reazione smorzata dell’euro rispetto al dollaro alla notizia delle dimissioni potrebbe significare che i trader vedono questo come il risultato più probabile”, rimarca David Powell, economista senior dell’area dell’euro per Bloomberg Economics.
Sul parterre di Piazza Affari contrastate le banche (-0,49% Unicredit, +0,8% Intesa) che ieri sono state quelle più colpite dalle vendite alla luce dell’escalation della crisi politica. Male anche TIM che cede un ulteriore 2 per cento in area 0,229 euro.