Ftse Mib ritrova smalto trainato da Unicredit e Telecom, tonfo di Prysmian
Piazza Affari risale la china insieme alle altre Borse UE. Il Ftse Mib ha chiuso in rialzo dell’1,16% tornando a ridosso della soglia dei 22 mila punti. Assist importante dai conti oltre le attese di UBS (utile a +137% nel IV trimestre 2020) e dalla convinzione che la crisi di governo in Italia non porterà alle temute elezioni anticipate. Oggi sono arrivate le dimissioni del premier Conte e già da domani inizierà il giro di consultazioni al Quirinale con lo scenario più accreditato al momento che è di un Conte Ter sostenuto da una maggioranza più consistente.
Tra i singoli titoli si segnala la forza del settore bancario, con Unicredit balzata del 4,42% sulla scia del rumor che vede l’imminente scelta di Andrea Orcel come futuro ceo. Molto bene anche Bper con +2,78%. Tra gli industriali si segnala il +3% di Pirelli. In recupero Nexi, anch’essa +3%, e Telecom Italia che ha chiuso a +2,75%.
Tra le big spicca il +2,1% di ENI su cui Credit Suisse ha confermato il rating underperform con target price limato da 10,5 a 10,3 euro. Ha rallentato sul finale Saipem a +1,96% che si è comunque giovata della revisione al rialzo della valutazione decisa da Goldman Sachs in vista dei risultati dell’ultimo trimestre del 2020 e dell’intero esercizio (in agenda il prossimo 25 febbraio). Gli analisti hanno confermato la raccomandazione buy su Saipem, ma hanno rivisto al rialzo il target price che passa da 2,4 a 2,8 euro. Goldman Sachs ha ridotto le previsioni sull’Ebitda del 6% e dell’8% rispettivamente per l’esercizio 2020 e per quello 2021 “per riflettere un maggiore impatto da Covid sulla redditività”.
Tra i pochi segni meno spicca il tonfo del 3,8% di Prysmian.