Gas naturale torna a surriscaldarsi dopo von der Leyen su ban a petrolio russo
Tornano a surriscaldarsi i prezzi del gas naturale dopo che l’Unione Europea ha proposto di mettere al bando il petrolio russo entro quest’anno. Una mossa che potrebbe aumentare la domanda di gas naturale e carbone. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo intervento in plenaria al Parlamento europeo sul sesto pacchetto di sanzioni a Mosca, ha annunciato l’eliminazione graduale della fornitura russa di petrolio greggio entro sei mesi e di prodotti raffinati entro la fine dell’anno. “Proponiamo un divieto al petrolio russo. Questo sarà un embargo totale di importazione su tutto il petrolio russo, marittimo e da oleodotto, greggio e raffinato”, ha spiegato la von der Leyen.
Dopo l’annuncio UE il prezzo dei futures TTF (Title Transfer Facility), mercato di riferimento per lo scambio del gas naturale in Europa continentale, è balzato fino a +6% in area 105 euro per megawattora ad Amsterdam, dopo che nella prima mattinata si stava muovendo in ribasso sotto area 100 euro.
L’Europa fa affidamento sulla Russia per circa il 25% del suo fabbisogno di petrolio e circa un terzo del suo fabbisogno di gas. Le sanzioni proposte, che includono anche il taglio di più banche dal sistema di pagamento internazionale SWIFT, aumentano la preoccupazione per le forniture di energia dopo che una settimana fa Gazprom PJSC ha interrotto le spedizioni in Polonia e Bulgaria a causa di una controversia sui termini di pagamento (la Russia vuole che le aziende aprano due conti presso Gazprombank JSC, uno in euro e uno in rubli, in modo che i pagamenti possano essere convertiti nella valuta russa). “Il nostro scenario centrale prevede ulteriori interruzioni delle forniture di gas russo all’Europa in futuro”, afferma Mark Haefele, chief investment officer di UBS Global Wealth Management.