Giovedì nero per Piazza Affari, -2,59% il Ftse Mib con timori crescita. Crolla Fca
Giovedì difficile per Piazza Affari che ha accelerato al ribasso dopo l’ufficializzazione delle nuove stime della Commissione Europea. Bruxelles ha abbassato le stime sulla crescita italiana prevista per il 2019 da +1,2% a +0,2%. Attesa una accelerazione moderata nel 2020 a +0,8%, 4 decimali di punto in meno rispetto alle previsioni di novembre. Mossa che ha contribuito ad alimentare le tensioni sullo spread, balzato sopra i 280 pb con tasso del Btp a 10 anni tornato a ridosso del 3%.
I timori sulla crescita hanno pesato su tutta l’Europa con Dax sceso del 2,33% e anche sull’umore di Wall Street.
La reazione del mercato non si è fatta attendere anche a Piazza Affari con il Ftse Mib che ha intensificato i ribassi andando a chiudere con un passivo del 2,59% a quota 19.478 punti. Ieri il Ftse Mib aveva toccato i massimi dal 10 ottobre scorso.
Debacle per FCA che è arrivata a cedere il 12% complice la debole guidance 2019. La previsione di utile operativo adjusted 2019 a 6,7 miliardi di euro è ben al di sotto delle stime che raggiungevano addirittura il 28% in più. Per il 2019 Fca si aspetta un ebit adjusted sopra i 6,7 miliardi di euro con un margine sopra 6,1%. Le stime diffuse dal gruppo italo-americano escludono l’apporto di Magneti Marelli la cui vendita sarà finalizzata nel secondo trimestre 2019. L’eps diluito adjusted per il 2019 è indicato sopra 2,70 euro per azione, riflettendo un tax rate più alto, principalmente negli Stati Uniti.
Ribasso superiore al 6% per Saipem, -5,78% per Prysmian e oltre -4% per Pirelli e Stm.
Tra le banche ha ceduto terreno anche Unicredit (-1,91%) dopo che per gran parte della giornata si era mossa al rialzo sospinta dai conti 2018 oltre le attese e la conferma dei target 2019. Tra i pochi titoli a salvarsi Banco BPM (+0,84%) nonostante il 2018 in perdita a causa delle svalutazioni del quarto trimestre.
Ribasso dell’1% circa per Enel che ha diffuso i risultati preliminari per il 2018 che vedono i ricavi salire dell’1,3% a 75,6 miliardi di euro rispetto ai 74,6 miliardi di un anno fa, mantenendosi però al di sotto del consensus Bloomberg pari a 76,4 miliardi. L’Ebitda ordinario è aumentato invece del 3,8% a 16,2 miliardi: una crescita che secondo la società “è principalmente attribuibile al miglior margine registrato dal business delle rinnovabili in Italia, Spagna e Sud America e dal mercato libero in Italia, cui si aggiunge l’effetto dell’acquisizione di Enel Distribuição São Paulo”.