Grande abbuffata per Piazza Affari e BTP, l’ultimo regalo di Draghi. Unicredit +3,78%
C’è lo zampino di Mario Draghi nel super martedì dei mercati. Dopo un avvio fiacco, le parole del presidente Bce hanno scatenato gli acquisti sia sulle azioni che sui Btp. Il Ftse Mib ha chiuso con un balzo del 2,46% superando di slancio quota 21mila punti (21.133). Tutti e 40 i titoli delle big di Piazza Affari in deciso rialzo, comprese le banche che in un primo momento erano rimaste indietro sul timore che un taglio dei tassi vada a ripercuotersi sulla redditività del settore che già da 5 anni è alle prese con tassi negativi sui depositi.
Mario Draghi ha fatto capire che la Bce è pronta a nuove misure, tra cui un taglio dei tassi, se la situazione lo renderà necessario. Parlando alla conferenza annuale della BCE in Portogallo, Draghi ha affermato che ridurre i tassi d’interesse, se l’inflazione non tornerà a bersaglio, è tra le opzioni. Intanto, gli operatori guardano anche alle possibili mosse dell’altra grande banca centrale, la Federal Reserve, che domani darà l’annuncio di politica monetaria a cui seguirà la conferenza stampa del governatore Jerome Powell.
Sull’obbligazionario nuovi minimi storici per i rendimenti di Bund e degli altri paesi core dell’Eurozona. In forte ascesa i Btp con tassi scesi ai minimi a oltre 13 mesi, poco sopra il muro del 2%. Lo spread è andato a chiudere in restringimento di oltre il 4 per cento a 242 pb.
Sul parterre di Piazza Affari le utilities sono state tra le prime a festeggiare l’effetto Draghi con Enel che ha toccato i nuovi massimi a oltre 11 anni con un balzo del 2,58%. Le banche, che fino a metà seduta erano rimaste indietro, ora viaggiano in buon rialzo: +3,78% Unicredit, +3,49% Banco BPM, +2,31% Intesa Sanpaolo e +2,25% Bper. Il mercato ora si sta concentrando maggiormente sugli effetti benefici che arrivano dal rally dei Btp.
Quasi +5% per CNH. Meno tonica Fca (+0,89%) che ha archiviato il mese di maggio in frenata in Europa con immatricolazioni in flessione dell’8,3% rispetto all’analogo periodo nel 2018. È scesa anche la quota di mercato, che è passata dal 7,7% al 7 per cento. Fca tuttavia sottolinea “il sensibile aumento in confronto ai precedenti mesi del 2019: +0,4 punti percentuali rispetto ad aprile e +1 punto percentuale in confronto a marzo”. Scivolone del brand Jeep, che ha mostrato una flessione del 13%, ma anche il -49,3% di Alfa Romeo.