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Il curioso caso della sovraperformance del mercato azionario turco

25 Novembre 2022 15:51

Il mercato azionario turco ha registrato una forte crescita quest’anno: l’indice MSCI Turkey è in crescita del 62% in dollari da inizio anno (al 21.11.2022).

Si tratta di una performance straordinaria se confrontata con gli indici MSCI World e MSCI Emerging Market, in calo rispettivamente del -17% e del -22%. Ancora più straordinario se si considera che la lira turca si è svalutata del -29% rispetto al dollaro in questo periodo.

Scrivono in un commento Mohsin Memon, Emerging Markets Fund Manager, e Andrew Rymer, CFA, Strategic Research Unit, Schroders.

Perché il mercato ha registrato una performance così positiva quest’anno?

Secondo Memon e Rymer, il motore principale della performance del mercato quest’anno è stata l’elevata inflazione interna. Con i tassi di interesse così negativi e i rendimenti governativi poco attraenti, gli investitori locali sono stati costretti a entrare nel mercato per cercare di proteggere i propri risparmi dall’inflazione dilagante.

Sebbene la performance del mercato in termini di lire locali non ci abbia sorpreso, ci saremmo aspettati una performance molto più debole in termini di dollari. Dato il rendimento reale negativo, la mancanza di riserve della banca centrale e l’elevato deficit delle partite correnti, ci aspettiamo, proseguono gli analisti, che la lira sia sempre più sotto pressione. Storicamente, la maggior parte dei guadagni di mercato in lire è stata compensata dal deprezzamento della valuta.

Se un anno fa le valutazioni aggregate dell’indice MSCI Turkey erano interessanti, oggi non lo sono più, nel contesto dei mercati emergenti. Il Return on Equity (ROE) è aumentato in modo significativo, distorto dall’inflazione elevata. Di conseguenza, gli investitori stranieri sono diventati sempre più preoccupati per le ramificazioni a lungo termine del mix di politiche interne e dell’incertezza che ha creato.

Prospettive di lungo termine in Turchia secondo Schroders:

Sempre secondo l’analisi di Memon e Rymer, investire in Turchia presenta diverse attrattive a lungo termine per gli investitori stranieri. I dati demografici sono favorevoli, con una popolazione relativamente giovane e in crescita di 85 milioni di persone, a sostegno delle prospettive di crescita interna.

Le esportazioni sono diventate sempre più importanti e la Turchia è ben posizionata per cogliere le opportunità di esportazione nei mercati in crescita del Medio Oriente. In effetti, in Turchia troviamo molte aziende ben gestite.

Tuttavia, le prospettive macroeconomiche sono sempre più vulnerabili, con rischi di ribasso per gli utili, e potremmo assistere a un’ulteriore debolezza della valuta. In assenza di importanti cambiamenti politici, questi problemi sono destinati a crescere.

Per questo, da tempo manteniamo una visione neutrale sulla Turchia. Quest’anno il mercato ha generato forti guadagni in termini di dollari USA e ha sovraperformato i mercati emergenti.

Come abbiamo spiegato, proseguono gli analisti, questo risultato è stato determinato da fattori non fondamentali e la politica macroeconomica rimane debole. Con le elezioni parlamentari e presidenziali previste per l’anno prossimo, l’incertezza politica è destinata ad aumentare, aggravando le fragilità macroeconomiche. In questo contesto, la traiettoria del mercato sembra insostenibile e il nostro outlook è diventato decisamente negativo.