Il Ftse Mib si sgonfia a fine giornata, Banco BPM e Intesa non si accodano a rally banche
Si interrompe l’ascesa frenetica di Piazza Affari. L’indice Ftse Mib ha chiuso la giornata a 21.701 punti, in frazionale calo dello 0,02%, dopo una seduta costantemente intonata al rialzo e l’indice che si era spinto fino a oltre a +1% a un soffio del muro dei 22 mila (21.996 il top intraday).
Sotto i riflettori oggi il comparto bancario nel giorno della mossa di Credit Agricole che ha lanciato un’Opa su Credito Valtellinese e alimenta le attese di ulteriori round di aggregazione tra le banche di Piazza Affari.
Tra le possibili prede della banca transalpina in Italia c’era anche Banco BPM, che oggi accoglie con un violento tonfo del 3,71% la scelta di Credit Agricole di puntare su CreVal. Adesso, di contro crescono le possibilità di un deal alla pari tra Banco BPM e Bper, con quest’ultima che ha catalizzato anche oggi gli acquisti chiudendo a 1,517 euro (+2,12%). Settimana scorsa Cimbri, ceo di Unipol (azionista di riferimento di Bper) ha fatto capire che c’è l’avallo per approfondire un dialogo con Banco BPM finalizzato a una fusione.
Segno meno per Intesa Sanpaolo (-0,37% a 1,86 euro). Invece Unicredit ha spiccato il volo chiudendo a +3,39% a 8,757 euro. La nuove indiscrezioni vedono il Tesoro sempre più in pressing su Unicredit per realizzare una business combination con MPS. Il MEF sarebbe pronto a garantire la condizione di neutralità sul capitale di Unicredit dall’acquisizione, tra cui un aumento di capitale da 2,5 mld in Mps e poi l’emanazione di un decreto che permetta la conversione da asset fiscali in crediti fiscali, quindi computabili nel CET, di circa 3,7 mld di DTA attualmente fuori bilancio di Mps.
Al di fuori del settore bancario, oggi sprint per i titoli oil con Saipem salita del 4,55% a 2 euro tondi, Tenaris del 4% circa ed ENI del 2,53% in area 8,33 euro.
A pesare sull’umore dell’intero indice c’è il -1,86% di Enel, titolo di maggior peso di Piazza Affari e che ha chiuso a 8,08 euro. Male oggi anche Terna (-3,89%) su cui pesa lo stacco dell’acconto dividendo 2021, così come per Poste Italiane (-1,46%) che ha staccato una cedola di 0,165 euro (yield dell’1,85% stando alla chiusura di venerdì scorso).