Ilva, Di Maio: ‘non la mollo a chiunque, su spada Damocle gara risponda Avvocatura’
“Io non mollo l’Ilva a chiunque. Ora pende la spada di Damocle della gara. Ma su questo deve rispondere l’Avvocatura”. Così il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, intervistato da Radio24. Ieri Di Maio aveva resa nota l’intenzione di chiede stamattina o questo pomeriggio lo stop della gara:
“Domani mattina o al massimo domani pomeriggio invieremo all’Avvocatura dello Stato la richiesta di parere per quanto riguarda l’annullamento in autotutela della gara”, aveva annunciato. Il parere, aveva precisato, “auspico che arrivi entro Ferragosto ma sta all’Avvocatura. In ogni caso la procedura del Ministero finisce il 24 agosto e entro quella data dobbiamo dare una risposta”.
L’Ilva, ha detto oggi tornando sulla questione, “è il più grande stabilimento siderurgico d’Europa, che un anno fa si decise di affidare a un privato. Ho chiesto: ma è tutto in regola? La gara lo è? L’Anticorruzione ci ha detto no. Si era dato maggior punteggio all’offerta economica invece che a quella ambientale e occupazionale. Morale: ora sto mettendo intorno a un tavolo sindacati e azienda, ma non vanno d’accordo perchè bisogna smetterla con l’idea che servono solo i soldi. Mi si chiede di risolvere in tre mesi una cosa abbandonata da 20 anni. Ma io non mollo l’Ilva a chiunque”.
Così hanno commentato ieri i vertici di ArcelorMittal in una nota dopo un incontro al Mise:
“L’incontro di oggi al MISE ha consentito la ripresa del dialogo tra ArcelorMittal, le organizzazioni sindacali e i Ministeri interessati. Per questo lo riteniamo positivo”.
“L’impegno – ha continuato la società – è di dedicare i prossimi giorni all’approfondimento delle rispettive posizioni, alla verifica di questioni tecniche e legali e alla definizione di successive ipotesi di lavoro in modo da potersi incontrare nuovamente a breve su basi più efficaci”.
Ieri Di Maio, al termine del vertice sull’Ilva e nel corso di una conferenza stampa si era così espresso:
“Devo registrare che da parte di Mittal sul piano occupazionale non ci sono dei passi in avanti” e “io ho sempre detto che quel piano occupazionale non è soddisfacente”.
“I sindacati ci hanno detto che oggi non ci sono le condizioni per far ripartire il tavolo se Arcelor Mittal non si sposta dai numeri che aveva contrattato col ministro Calenda che mandano in mezzo ad una strada oltre 3.000 persone”.
Mentre gli esponenti dell’USB Francesco Rizzo e Sergio Bellavita hanno scritto in una nota che “la nuova convocazione del ministro dello Sviluppo Economico del tavolo Ilva è servita solo a riconfermare la posizione intransigente del management di Arcelormittal, che non intende recedere dai circa 4000 licenziamenti annunciati il cui costo ricadrebbe per intero sulla collettività”.