News Finanza Notizie Italia Inail: +16% morti sul lavoro, l’infortunio da Covid riconosciuto ma non in smartworking

Inail: +16% morti sul lavoro, l’infortunio da Covid riconosciuto ma non in smartworking

28 Aprile 2021 11:30

Le denunce con esito mortale nel 2020 sono state 1.270, 181 in più rispetto al 2019, una crescita del 16%. L’incremento è influenzato soprattutto dalle morti avvenute a causa dell’infezione da Covid-19 in ambito lavorativo, che rappresentano circa un terzo dei decessi denunciati all’Inail da inizio 2020. Il dato, dunque, è alterato dall’emergenza sanitaria. “Se prendiamo infatti in considerazione il quinquennio 2015-2019 assistiamo a una diminuzione dei decessi in ambito lavorativo del 9,6%, a dimostrazione della validità delle politiche di prevenzione e sensibilizzazione verso il tema della sicurezza sul lavoro”. Esordisce così Franco Bettoni, presidente dell’Inail, intervistato dalla Dire in occasione della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro.

Ma cosa succede se un lavoratore contrae il coronavirus sul luogo di lavoro o durante il tragitto che gli consente di raggiungere l’azienda? “Se il lavoratore ha contratto il contagio sul luogo di lavoro o nel tragitto per recarsi al lavoro, l’evento è considerato un infortunio sul lavoro e, pertanto, il lavoratore riceve tutte le tutele Inail”, chiarisce Bettoni. Se è in smartworking è coperto dalle tutele Inail? “Se il contagio è avvenuto mentre la persona lavora da casa non è prevista la tutela Inail perché l’infezione è sicuramente riconducibile ad altri fattori, come quello familiare, che escludono l’occasione di lavoro. Ovviamente è invece garantita la tutela assicurativa per gli infortuni che al lavoratore possono capitare durante l’espletamento della mansione lavorativa a casa (cadute, folgorazione, ecc.)”.