Inflazione Cina: indici CPI e PPI confermano che lotta a deflazione non è finita. La reazione delle borse di Hong Kong e Shanghai
Nel mese di maggio, l’inflazione della Cina misurata dall’indice dei prezzi al consumo (CPI) è salita per il quarto mese consecutivo, riportando un rialzo su base annua pari a +0,3%, allo stesso ritmo di aprile, ma al di sotto del +0,4% atteso dagli economisti intervistati da Reuters.
Su base mensile, la performance dell’inflazione è stata pari a -0,1%, in forte ritirata rispetto alla crescita di aprile, pari a +1%.
Diffuso anche l’altro parametro dell’inflazione dell’indice dei prezzi alla produzione, sempre di maggio.
L’indice PPI ha segnato un rialzo su base mensile dello 0,2%, scendendo tuttavia dell’1,4% su base annua, rispetto al -1,5% atteso e al precedente calo del 2,5%.
I dati sull’inflazione confermano che le varie misure di stimoli lanciati dal governo di Pechino per arginare la deflazione stanno facendo effetto. L’indice PPI è sceso infatti per il 20esimo mese consecutivo. Tuttavia, la strada per far rientrare la spina della deflazione è ancora lunga.
Alle 7.20 circa ora italiana, la borsa di Hong Kong cede l’1,41% circa, mentre la borsa di Shanghai è praticamente piatta.
Per quanto in ripresa, il timore della deflazione è ancora ben presente in Cina ed è possibile che ulteriori misure di stimoli siano necessarie per continuare a contrastare la debolezza della domanda.