Inps: Cig ha frenato il crollo dei redditi al 33%, ma serve riforma per semplificazione e universalismo
L’anno 2020 ha visto un utilizzo eccezionale degli strumenti di sostegno al reddito. La Cassa Integrazione Guadagni ha aumentato di circa 13 volte le uscite passando da 1,4 nel 2019 a 18,7 miliardi nel 2020, a seguito dell’aumento del numero dei beneficiari, passati da 620.000 a 6,7 milioni. Secondo il Rapporto annuale dell’Inps, diffuso oggi, l’ampia adozione di Cig, in particolare in deroga, ha frenato il crollo dei redditi: dai dati
dell’imponibile contributivo, Inps rileva che in assenza del sostegno derivante dagli ammortizzatori sociali l’imponibile contributivo mediano per i lavoratori coinvolti in Cig-Covid sarebbe diminuito del 60%; grazie alla Cig, la perdita si è ridotta al 33%.
“La Cig è però misura troppo frammentata legislativamente e non copre automaticamente un’ampia fetta del mondo lavorativo non dipendente, come ha messo in evidenza lo shock pandemico – ha sottolineato l’istituto – Emerge dunque la reale ed urgente esigenza di una riforma, non solo in ottica di semplificazione ma anche in direzione di maggiore universalismo. Un primo passo viene fatto con l’introduzione dell’Iscro per i lavoratori autonomi”.
Sempre in tema di impatto degli ammortizzatori sociali, in assenza di questi si rileva che la disuguaglianza sarebbe aumentata del 93%, mentre con essi è stata arginata, frenando tale aumento al 55%.