Intel in calo di oltre -4% dopo bilancio IV trimestre. Nuovo ceo Gelsinger parla di progressi progetto 7 nanometri
Intel in calo di oltre il 4,66% nelle contrattazioni afterhours dopo la diffusione dei risultati di bilancio relativi al quarto trimestre del 2020.
La trimestrale ha messo in evidenza una flessione dell’utile netto a $5,86 miliardi, o $1,42 per azione, rispetto ai $6,91 miliardi, o $1,58 per azione, del quarto trimestre del 2019. Escluse le voci di bilancio straordinarie, Intel ha riportato un eps di $1,52, piatto su base annua, superiore comunque agli $1,11 per azione attesi dal consensus e agli $1,10 previsti dallo stesso colosso dei chip.
Il fatturato è sceso a $19,98 miliardi dai $20,21 miliardi del quarto trimestre del 2019, ma meglio dei $17,53 miliardi attesi dal consensus e dei $17,4 miliardi stimati dalla stessa Intel.
Lo scorso 13 gennaio, il titolo Intel è volato dopo la notizia che confermato la nomina di Pat Gelsinger quale nuovo chief executive officer (ceo), con effetto dal prossimo 15 febbraio. Gelsinger, che ha guidato dal 2012 VMware, prenderà il posto di Bob Swan, che manterrà la carica di a.d. fino a metà febbraio.
Il colosso dei chip non ha ancora dato indicazioni precise su quando sarà capace di lanciare il processo produttivo a 7 nanometri. Lo scorso luglio, Intel aveva detto che avrebbe posticipato il lancio almeno fino al 2022. Gelsinger ha riferito nella giornata di ieri, in concomitanza con la pubblicazione del bilancio, che fornirà maggiori dettagli sui piani di lungo termine del colosso, quando prenderà le redini del gruppo alla metà di febbraio.
“Sulla base di revisioni iniziali, sono contento dei progressi compiuti nel riavvio del programma a 7 nanometri – ha detto Gelsinger – Sono fiducioso sul fatto che la maggioranza dei nostri prodotti del 2023 sarà prodotta internamente”, dunque dalla stessa Intel.
Negli ultimi mesi si erano intensificati i rumor secondo cui la società avrebbe dovuto fare affidamento su altre compagnie per la produzione dei suoi chip.