Istat: +0,4% m/m per l’inflazione ad aprile, +1,1% a/a
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, ha registrato ad aprile un aumento dello 0,4% su base mensile e dell’1,1% su base annua (da +0,8% di marzo), confermando la stima preliminare. È quanto si apprende dai dati definitivi sui prezzi al consumo diffusi oggi dall’Istat.
L’accelerazione tendenziale dell’inflazione si deve essenzialmente ai prezzi dei beni energetici, la cui crescita passa da +0,4% di marzo a +9,8% a causa sia dei prezzi della componente regolamentata (che invertono la tendenza da -2,2% a +16,8%) sia di quelli della componente non regolamentata (che accelerano da +1,7% a +6,6%); tale dinamica è solo in parte compensata dall’inversione di tendenza dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (da +1,0% a -0,3%) e di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,2% a -0,7%).
In particolare, l’Istat spiega che “ad aprile, è l’accelerazione dei prezzi dei beni energetici a trainare l’ulteriore crescita dell’inflazione. Questa accelerazione è dovuta, però, in buona misura, al confronto con aprile 2020, quando i prezzi di questa tipologia di prodotti, anche a causa dell’emergenza sanitaria, avevano subito una diminuzione marcata rispetto al mese precedente”. L’inflazione al netto degli energetici scende quindi a +0,3%, valore prossimo a quello di settembre 2020 (+0,2%, ma con un’inflazione generale negativa e pari a -0,6%) e, nello stesso tempo, i prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” ampliano la loro flessione (-0,7%), portandosi a livelli che non si registravano da agosto 1997 (quando diminuirono su base annua dello 0,8%).