Iva: in Italia il divario più elevato in termini assoluti, circa 33,5 miliardi di euro
Nel 2017 i paesi dell’Unione europea hanno perso 137 miliardi di euro di entrate provenienti dall’IVA. Lo certifica oggi uno studio pubblicato dalla Commissione Europea secondo cui il cosiddetto “divario dell’IVA” – ossia la differenza complessiva tra il gettito IVA atteso e l’importo effettivamente riscosso – si è leggermente ridotto rispetto agli anni precedenti, ma rimane molto elevato.
Nel 2017 la Romania ha registrato il maggiore divario dell’IVA a livello nazionale, con una perdita del 36 % delle entrate IVA. Era seguita dalla Grecia (34 %) e dalla Lituania (25 %). I divari minori si riscontrano in Svezia, in Lussemburgo e a Cipro, dove in media la perdita riguarda solo l’1 % del gettito IVA. In termini assoluti invece il divario dell’IVA più elevato (circa 33,5 miliardi di €) è stato registrato in Italia. “Il clima economico favorevole e alcune soluzioni politiche a breve termine messe in atto dall’UE hanno contribuito a ridurre il divario dell’IVA nel 2017” ha detto il Commissario per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, Pierre Moscovici. Tuttavia, per conseguire progressi più significativi servirà una profonda riforma del sistema dell’IVA che lo renda più resistente alla frode. Le nostre proposte di introdurre un sistema dell’IVA definitivo e favorevole alle imprese sono ancora sul tavolo delle discussioni. Gli Stati membri non possono permettersi di stare a guardare mentre miliardi di euro vanno persi a causa di pratiche illegali come le frodi a carosello e di incongruenze nel sistema dell’IVA”.
“Nonostante i dati siano ormai superati, restano gravissimi” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Considerato l’obbligo della fatturazione elettronica tra privati in vigore dall’inizio dell’anno, è evidente che nel 2019 le cifre saranno meno inaccettabili. Tuttavia dimostrano come la lotta all’evasione debba tornare ad essere una priorità del Paese” prosegue Dona. “Attendiamo, quindi, dal nuovo Governo Conte bis, provvedimenti mirati per rendere l’Italia un Paese normale” conclude.