Lavoro: i rischi della tecnologia superconnessa e dello smartworking
Tecnologia e smartworking hanno portato benefici soltanto per il 36% dei lavoratori. Il motivo? Una connessione a 360° e una presenza sempre maggiore delle attività lavorative durante il tempo libero. E’ ciò che emerge dalla ricerca Working Life condotta da PageGroup, per portare a galla i vantaggi e le sfide che la tecnologia fornita dalle aziende comporta per i lavoratori.
Per il 70% dei lavoratori i dispositivi aziendali, come cellulare, laptop e tablet, hanno cambiato la vita, ma solo per il 36% ciò ha avuto un impatto positivo sul livello di felicità personale e lavorativa. Molti dipendenti in Italia usano questi dispositivi anche per motivi personali al di fuori dell’orario di lavoro, sfumano ulteriormente i confini tra lavoro e tempo libero. Sembra che il vecchio detto “essere sempre di turno” non sia mai stato così vero.
I dispositivi, infatti, da un lato favoriscono il lavoro da remoto, permettendo ai dipendenti di lavorare al di fuori dell’ufficio in caso di necessità (possibilità sfruttata dal 64% di manager e lavoratori), ma dall’altro affievoliscono i confini tra vita privata e lavorativa: il 63% dei lavoratori italiani afferma infatti che tutti i giorni controlla la propria e-mail al di fuori degli orari di lavoro e il 57% risponde alle chiamate.
Una sensazione più sentita in Italia che altrove. Dallo studio è emerso infatti che i lavoratori degli altri paesi sono tendenzialmente più soddisfatti del proprio work-life balance rispetto agli italiani (59%): Austria 73%, Belgio 71%, Francia 72%, Germania 63%, Lussemburgo 67%, Olanda 78%, Polonia 70%, Portogallo 64% e Svizzera 75%.
Con l’aumentare dell’età, e delle responsabilità dei ruoli, aumenta anche la percentuale di lavoratori che utilizza i dispositivi aziendali anche al di fuori degli orari di ufficio, passando dal 41,6% di dipendenti tra i 25 e i 34 anni che controllano le e-mail e il 31,2% della stessa fascia che risponde a chiamate di lavoro, al 63% di over 60 che controllano le mail e il 68% che risponde al telefono. Il 52% dei professionisti under 35 infatti si sente obbligato ad essere sempre connesso, percentuale che scende al 32% per gli over 35. Opposta la situazione se si analizza il senso di responsabilità: il 60% circa dei professionisti over 35 lavora al di fuori degli orari per questo motivo, mentre per gli under 35 la percentuale scende al 44%.