M&A: Broadcom e VMware fiduciose ma manca l’ok della Cina
Broadcom e il produttore di software VMware stanno cercando di rassicurare gli investitori, affermando che l’operazione di M&A da $61 miliardi può essere finalizzata prima della scadenza del 26 novembre.
L’ultimo grande ostacolo riguarda l’approvazione da parte dei regolatori cinesi, ma secondo le società non esiste un “impedimento legale” al closing, secondo le normative statunitensi. Fino al mese scorso prevedevano di chiudere la fusione entro il 30 ottobre.
La fusione tra il produttore di chip statunitense e la società di software cloud, una delle più grandi M&A tecnologiche di sempre, potrebbe diventare l’ultima vittima di una crescente disputa tra gli Stati Uniti e la Cina per la supremazia tecnologica.
I regolatori cinesi hanno già affossato diversi accordi di fusione negli ultimi anni ritardando le approvazioni, come quando Intel ha abbandonato l’intento di acquisire Tower Semiconductor per $5,4 miliardi.
Broadcom e VMware hanno sottolineato che l’accordo ha già ricevuto l’approvazione legale in altri mercati importanti, tra cui l’UE, il Regno Unito, la Corea del Sud e il Giappone.