News Finanza Notizie Italia Manovra e Def, rassegna stampa: ‘Caporetto di Tria, cade anche la sua ultima inutile trincea’

Manovra e Def, rassegna stampa: ‘Caporetto di Tria, cade anche la sua ultima inutile trincea’

28 Settembre 2018 07:12

I quotidiani aprono tutti con l’intesa del governo giallo-verde su un deficit che, a dispetto degli appelli dell’Europa, tornerà a salire. Nella rassegna stampa dell’agenzia Askanews vengono riportati i titoli dei principali quotidiani italiani.

Il quotidiano la Repubblica apre parlando della “Caporetto di Tria”, il ministro dell’economia messo ormai all’angolo, che aveva fissato l’asticella del deficit-Pil all’1,6%, e che sarebbe stato disposto anche a salire all’1,9%, comunque al di sotto della soglia pericolo individuata al 2%, ma che è stato zittito da M5S e Lega, che hanno deciso un target sul deficit al 2,4%. “I gialloverdi ‘scippano’ a Tria 27 miliardi in più di deficit”, scrive La Repubblica.

Il Corriere della Sera sottolinea il “braccio di ferro vinto contro il ministero, ma che dovrà passare altri due step fondamentali: la reazione dei mercati (con il relativo spread) e quella dell’Europa. Nello specifico della Commissione europea, che si riunirà nella seconda metà di ottobre, dopo la presentazione formale del progetto di legge di bilancio. A giocare a sfavore dell’Italia c`è, naturalmente, il pesante debito pubblico”.

La Stampa certifica la disfatta di Tria:

“Sulla manovra Di Maio e Salvini piegano Tria: deficit al 2,4%. Il ministro dell’Economia convinto da Mattarella: non mi dimetto per il bene della nazione. I Cinque Stelle festeggiano in piazza: è la Finanziaria del popolo, la povertà è finita”.

“A cavallo di slogan studiatissimi, Luigi Di Maio compie l’azzardo perfetto a cui nessuno, tra gli analisti economici e i conoscitori del Tesoro e di cose europee, ha mai creduto. Sulla nota di aggiornamento al Def ci sarà scritta la cifra della vertigine: 2,4% per tre anni. La prima manovra della rivoluzione sovranista, l’autobattezzata Manovra del Popolo, esplode nel cuore della vecchia Unione con un deficit mai visto. Non l’1,6 per cento iniziale e nemmeno l’1,9, l’ultima inutile trincea di Giovanni Tria”.

Il Sole 24 Ore: “Manovram accordo al 2,4% e Tria resta”. Il risultato farà “volare la manovra che sarà presentata a metà ottobre” e che avrà un valore molto oltre i 30 miliardi: 17 per pensioni e redditi. Dalla flessibilità sono attesi più di 20 miliardi”. Esattamente “10 miliardi al reddito di cittadinanza, 7 miliardi per i fondi per quota 100 e per rottamare la riforma Fornero, 12,4 miliardi per le clausole di salvaguardia ed evitare l’aumento dell’Iva, 2,5 miliardi per le spese indifferibili”, mentre il “pacchetto fiscale è da 3,5-4,5 miliardi”.