Manovra, governo apre a mini-rivalutazioni pensioni per assegni fino a 2000 euro
Il governo apre alla mini-rivalutazione delle pensioni per gli assegni da tre a cinque volte il minimo, da 1.500 euro a 2000 euro. La misura, che prevede una piena rivalutazione al 100%, dovrebbe essere inserita nella prossima manovra, stando a quanto ha riferito già ieri, dopo l’incontro tra sindacati e governo al Mef, il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo
Così Barbagallo: la rivalutazione “dovrebbe essere dal 97 al 100%, non sono grandi cifre, ma a noi interessa la discontinuità con il passato”. Inoltre “cominciamo a discutere di detessazione degli aumenti contrattuali, il ministro del lavoro è sembrata molto interessata, e della riforma fiscale in generale”.
Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha parlato inoltre dell’impegno del governo giallorosso ad avviare con i sindacati un confronto per una riforma complessiva del sistema pensionistico da concludersi entro aprile 2020.
“Abbiamo detto che nel 2020 è utile che quota 100 rimanga così e su questo c’è stato l’impegno di aprire un confronto per arrivare a una revisione della riforma Fornero.
C’è il problema della pensione di garanzia dei giovani, di riconoscere le differenze di genere, dei lavori gravosi, della separazione tra previdenza e assistenza. L’impegno che hanno preso è che si può aprire un confronto sull’insieme di questa materia da concludersi entro aprile 2020. Non è un risultato ma lo consideriamo un punto importante”.
E oggi il Messaggero, sulla rivalutazione delle pensioni, scrive che “l’adeguamento all’inflazione salirà dal 97% fino al 100% per le pensioni lorde tra 1.500 e 2.000 euro mensili. Il beneficio – fa notare il quotidiano romano – sarà di pochi euro, ma il governo ha comunque voluto provare a tendere la mano ai sindacati nel tentativo di evitare di dover aprire un fronte esterno dopo quelli interni alla stessa maggioranza di governo”.
Il Giornale fa notare tuttavia che “restano ridotte le rivalutazioni per gli assegni superiori a 2000 euro. Infatti per gli assegni oltre 4 e fino a 5 volte il minimo, l’indice di perequazione è del 77% e l’aumento è pari al 0,85%, per i ratei oltre 5 e fino a 6 volte il minimo, l’indice di perequazione è del 52% e l’aumento è del 0,57%, per i trattamenti oltre 6 e fino a 8 volte il minimo, l’indice di perequazione è del 47% e l’aumento è del 0,52%, per le pensioni oltre 8 e fino a 9 volte il minimo, l’indice di perequazione è del 45% e l’aumento è del 0,50%. Infine per trattamenti oltre 9 volte il minimo, l’indice di perequazione è del 40% e l’aumento è del 0,44%”. Così commenta il Giornale nell’articolo: “Insomma la mossa del governo ha il sapore delle briciole. Il resto dei pensionati che incassano un assegno superiore a 2000 euro dovranno fare i conti con una rivalutazione al ribasso”.