Manovra, le proposte per tagliare risorse a reddito e pensioni di cittadinanza e risparmiare 2 miliardi
Il Messaggero riporta come anche il M5S si sia in qualche modo rassegnato sulla necessità di sforbiciare i finanziamenti per il reddito di cittadinanza.
“Dopo la Lega sulle pensioni «Quota 100», anche il Movimento Cinque Stelle prova a tagliare i costi della sua proposta bandiera, il reddito di cittadinanza. Allo studio dei tecnici del ministero del lavoro, ci sarebbero nuovi paletti per abbassare l’impatto finanziario sui conti pubblici del sussidio”, si legge nel quotidiano romano. “Nel complesso, Nel complesso, grazie all’avvio ritardato (aprile-maggio), allo stop di tre mesi dell’assegno e agli altri paletti, anche sul Reddito si riuscirebbero a risparmiare circa 2 miliardi”.
Le proposte sul tavolo sono diverse. Tra queste quella che prevede che il reddito venga “corrisposto agli aventi diritto per 18 mesi. Al termine di questi verrebbe effettuata una verifica se i requisiti che hanno portato alla concessione del beneficio sussistono ancora. Questo check up comporterebbe uno stop di tre mesi all’erogazione dell’assegno che, nel caso in cui il beneficiario ne avesse ancora diritto, potrebbe essere riconfermato al massimo per altri 12 mesi”.
“Questo sistema – continua Il Messaggero – permetterebbe di ridurre l’impatto della misura di circa un miliardo di euro l’anno. Ci sarebbero altri schemi con dei tempi di stop prolungati fino a sei mesi che consentirebbero risparmi anche maggiori, ma al momento sarebbero stati scartati. Anche sui requisiti per l’accesso al sussidio il cantiere è ancora aperto. Affianco al requisito Isee (Indicatore della situazione economica equivalente), fissato a 9.360 euro, verrebbe introdotto anche l’Isre, l’indicatore della situazione reddituale equivalente, che tiene conto solo dei redditi e non anche del patrimonio mobiliare e immobiliare. Nelle prime bozze era previsto anche che il Reddito sarebbe stato pagato anche ai possessori di una seconda casa del valore massimo di 30 mila euro. Si starebbe invece ragionando della possibilità di escludere coloro che sono possessori di un secondo immobile a prescindere dal valore”.
“Un minor costo, poi, ci dovrebbe essere anche per le «pensioni di cittadinanza», l’integrazione fino a 780 euro di quelle al di sotto di questa soglia. La platea degli aventi diritto sarà drasticamente ridotta grazie all’utilizzo dell’Isee. Non solo. Sul tavolo c’è anche l’ipotesi di escludere anche i proprietari di casa anche se hanno un assegno sociale inferiore a 780 euro. In questo modo l’esborso non supererebbe gli 800 milioni di euro”.