Martedì nero per Piazza Affari, affondano banche e titoli oil
Chiusura decisamente incolore per Piazza Affari che si riporta a ridosso dei minimi pluriennali toccati in mese scorso. L’indice Ftse Mib si riporta vicinissimo ai minimi pluriennali toccati a ottobre e cede in chiusura l’1,87% a 18.471 punti. Oggi c’è stata una nuova fiammata dello spread in vista di domani quando la Commissione Ue si pronuncerà sull’Italia. Il differenziale di rendimento tra Btp e Bund si è spinto fino a 336 pb. Domani la Commissione Europea con ogni probabilità farà le prime mosse in direzione di una procedura di deficit eccessivo, con focus sull’incapacità dell’Italia di ridurre il suo debito. Ieri il ministro dell’economia Giovanni Tria ha allertato i mercati mostrando toni duri e confermando che i piani dell’Italia sulla legge di bilancio non cambiano. Oggi intanto il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno, ha fatto intendere che la versione rivista del budget dell’Italia non ha migliorato la situazione sui costi di rifinanziamento del debito e quindi non ha disperso i dubbi. A preoccupare il mercato è stata anche la prima giornata di emissione il Btp Italia, che ieri ha raccolto appena 481,3 milioni di euro. Si tratta della performance peggiore dal giugno del 2012, quando le sottoscrizioni erano state pari a 218 milioni di euro nella prima giornata. Secondo il responsabile del Dipartimento del Debito Pubblico, Davide Iacovoni, è venuta meno la clientela private e delle gestioni patrimoniali, più sensibile alle dinamiche di mercato.
Pagano dazio i titoli bancari con ribassi nell’ordine del 2,8% per Unicredit a 10,52 euro (titolo sceso fino a 10,38 euro, sui minimi da dicembre 2016); giù anche l’altra big Intesa Sanpaolo (-2,46% a 1,8788 euro, sui minimi a oltre 2 anni). Entrambe le due maggiori banche italiane segnano un calo di oltre il 40% rispetto ai massimi annui. Molto male anche le altre banche del Ftse Mib: Banco BPM è scesa di oltre il 5% mentre Bper ha contenuto il calo a -1,1%.
Pecora nera di giornata è stata Saipem scivolata indietro di oltre il 7 per cento. Male anche Tenaris (-2,8%) ed Eni (-1,8259 complice il nuovo calo del petrolio, con il WTI arrivato a cedere il 6% toccando i minimi annui. Fatih Birol, capo dell’Agenzia internazionale dell’energia che nel corso di una conferenza in Norvegia, ha messo in guardia sugli effetti geopolitici sui prezzi del barile. “Stiamo entrando in un periodo di incertezza senza precedenti in merito al mercato petrolifero” ha detto Birol. “La decisione degli Stati Uniti riguardo alle esenzioni dalla sanzione iraniana ha colto di sorpresa alcuni degli attori del mercato” ha concluso.
Male anche Generali (-2,07%) alla vigilia della presentazione del nuovo piano. Goldman Sachs ha confermato la raccomandazione Sell con target price passato da 13,6 a 13 euro. Continua il momento negativo di Prysmian (-2,18%) che paga il taglio di prezzo obiettivo da parte di Morgan Stanley (da 27 a 26 euro).
Unica nota lieta è stata Enel (+0,79%) che ha tolto il velo dal nuovo piano strategico 2019/2021. Nel dettaglio, la società energetica indica un obiettivo di Ebitda ordinario di gruppo a 19,4 miliardi di euro, dai 16,2 miliardi attesi per il 2018 (+20%, pari a 3,2 miliardi di euro). L’utile netto ordinario è invece visto a quota a 5,6 miliardi di euro a fine piano dai 4,1 miliardi nel 2018. Si prevede che l’indebitamento finanziario netto rimanga sostanzialmente stabile lungo l’intero arco di piano, raggiungendo circa 41,8 miliardi di euro nel 2021.