Mercati: borsa Tokyo -1,25%, a Wall Street futures in lieve calo dopo inflazione Usa. Oggi il Big Banks Day
Borse asiatiche positive dopo la chiusura al rialzo di Wall Street. L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo si conferma eccezione negativa, in perdita dell’1,25%.
Positiva la borsa di Hong Kong, che sale dello 0,52%, così come avanza dello 0,53% la borsa di Shanghai. Seoul mette a segno un progresso dello 0,97%, Sidney +0,66%. A Wall Street i futures sono in lieve calo, in attesa della pubblicazione dei conti del quarto trimestre dei colossi bancari JP Morgan, Wells Fargo, Citigroup e Bank of America.
Ieri il Nasdaq ha chiuso in rialzo per la quinta sessione consecutiva, mentre lo S&P e il Dow Jones si sono confermati positivi per la terza seduta consecutiva. Nervosa la reazione degli indici nell’Inflation Day.
Precisamente, il Dow Jones Industrial Average ha guadagnato 216,96 punti (+0.64%), a 34.189,97; lo S&P 500 è salito dello 0,34%, a 3.983.17, mentre il Nasdaq Composite è avanzato dello 0,64% a quota 11.001,10, riportando la scia rialzista più lunga dal mese di luglio.
Il Nasdaq è orientato a chiudere la settimana con un guadagno del 4,1%, mentre i rialzi su base settimanale degli indici S&P 500 and Dow Jones sono rispettivamente pari a +2,3% e +1,7%.
Ieri è stato pubblicato l’indice dei prezzi al consumo Usa di dicembre, che ha provocato una reazione inizialmente incerta della borsa Usa che, all’inizio delle contrattazioni, ha puntato verso il basso dopo la reazione inizialmente positiva dei futures alla pubblicazione del dato.
Guardando nel dettaglio i numeri sull’inflazione Usa appena diffusi, di positivo c’è che il rallentamento della crescita dell’indice dei prezzi al consumo prosegue. Su base mensile, tuttavia, l’inflazione core ha alzato la testa a dicembre a un ritmo più forte rispetto a novembre.
Per la precisione, il CPI headline è salito del 6,5% su base annua, rispetto al +7,1% del mese precedente.
Il dato è stato pressocché in linea con le attese, visto che gli analisti intervistati da Bloomberg avevano previsto un indice dei prezzi al consumo CPI headline in crescita del 6,6% su base annua.
Su base mensile, l’inflazione è scesa dello 0,1% su base mensile, più del trend piatto atteso.
A rallentare su base annua è stata anche la crescita dell’inflazione core, ovvero l’inflazione depurata dalle componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni alimentari ed energetici, che ha rallentato il passo dal 6% al 5,7%, come da attese.
Tuttavia l’indice CPI core è salito su base mensile dello 0,3%, come da attese, e in accelerazione rispetto al +0,2% m/m di novembre.
Gli operatori hanno preferito alla fine guardare cin favore alla discesa dell’inflazione headline, che conferma come la la carrellata di rialzi dei tassi lanciata dalla Fed di Jerome Powell stia comunque riuscendo, magari non alla velocità desiderata, a sfiammare il boom dei prezzi.
Attenzione anche al presidente della Fed di Philadelphia Patrick Harker, che ha detto di ritenere che la banca centrale Usa possa ulteriormente ridurre l’entità delle sue strette monetarie.
“Credo che alzeremo i tassi di interesse ancora altre volte nel corso di quest’anno – ha detto Harker – Tuttavia, a mio avviso, i giorni in cui alzeremo i tassi di 75 punti bassi sono sicuramente alle nostre spalle. Ritengo che rialzi dei tassi di 25 punti base siano appropriati, guardando in avanti”.
Il numero uno della Fed di Philadelphia ha detto anche che, “a un certo punto, quest’anno, prevedo che i tassi saranno restrittivi in modo sufficiente da permetterci di mantenerli invariati, consentendo alla politica monetaria di fare il suo lavoro”.
Ma gli investitori guardano ormai più al tasso terminale che non all’entità delle strette monetarie.
Oscillazioni anche nel mercato dei Treasuries Usa.
Dopo un calo iniziale che li ha portati a scendere anche sotto il 3,5%, i tassi sui Treasuries a 10 anni sono saliti riagguantando e superando la soglia, per poi riperderla, scendendo al 3,442%. Ora i tassi tornano a salire, superando il 3,460%.
In Asia focus sui numeri relativi alla bilancia commerciale della Cina.
Nel mese di dicembre, le esportazioni sono scese in termini di dollari Usa del 9,9% su base annua, rispetto alla flessione del 10% attesa dagli analisti intervistati da Reuters.
Le importazioni sono calate del 7,5% y/y, riportando un trend migliore rispetto al calo del 9,8% previsto dal consensus.
La Cina ha riportato così a dicembre un avanzo commerciale pari a $78 miliardi, meglio dei $76,20 miliardi attesi, e in crescita rispetto ai $69,84 miliardi del mese precedente.
La Banca centrale della Corea del Sud ha annunciato un rialzo dei tassi di 25 punti base, come da attese. I tassi sono stati alzati al 3,50%, al livello massimo dal dicembre del 2008.