Mercati: post voto, attesa nel breve volatilità in Italia ma anche in Europa (analisti)
“Il risultato elettorale (con un esito molto positivo per il Movimento 5 Stelle, adesso primo partito, e della Lega nella coalizione di centro-destra) non era atteso dal mercato. Con questi risultati, se confermati, il processo di formazione di un nuovo governo potrebbe essere piuttosto lungo e l’incertezza sui mercati rimarrà elevata”. Questo il commento Andrea Brasili, senior economist, Diego Franzin, head of equities e Matteo Germano, head of multi-asset di Amundi, all’indomani delle elezioni italiane.
Soffermandosi, poi, sull’impatto del risultato elettorale italiano sulle azioni europee, Diego Franzin, head of equities, dichiara: “Nel breve termine ci aspettiamo che ci sia volatilità, non solo in Italia, ma anche in Europa, almeno fintanto che il nuovo governo non sarà formato e non annuncerà il proprio programma economico e fiscale. Questo sarà fondamentale per comprendere il posizionamento verso l’euro e il tipo di interventi previsti in termini di sistema pensionistico, stimoli fiscali e riduzione del debito”.
“È difficile fare ipotesi sulla misura della correzione di mercato, tuttavia il mercato italiano è il più conveniente dell’area euro – sottolineano da Amundi -. Rispetto alle crisi precedenti (la crisi dell’euro del 2012 e il referendum di dicembre 2016) lo sconto è più contenuto. Dal picco di circa -50% in termini di prezzo/valore di libro (P/B) e -30% di prezzo/utili (P/E), i titoli italiani adesso vengono trattati a circa -35% P/B e -15% P/E”. Nel commento odierno i tre aspetti mettono, tuttavia, in luce che c’è una differenza sostanziale tra la crisi attuale e le precedenti: questa volta la ripresa economica europea e mondiale è molto più resiliente e i bilanci delle imprese sono molto più solidi dopo anni di ristrutturazioni.
“Ci sono già stati in Europa altri casi in cui la debole situazione politica non ha più di tanto danneggiato la ripresa economica e, dopo la prima reazione, i mercati tendono ad essere guidati principalmente dai fondamentali economici. Sul lungo termine il vero motore della crescita sarà la capacità delle imprese di generare utili”, conclude.
(Notizia aggiornata alle 10.27)