Mercati, prosegue il trend negativo dei rating: per S&P l’inflazione spinge i downgrade
Prosegue la fase ribassista sui rating a livello globale, a causa principalmente delle spinte inflazionistiche. Il trend emerge dal nuovo report di S&P che analizza l’andamento dei rating e in particolare dei potenziali downgrade a settembre.
Il trend negativo dei rating è incrementato a settembre, con cinque nuovi potenziali fallen angel, 18 nuovi weakest link (emittenti corporate, finanziarie o sovrane con rating S&P pari a B- o inferiore e con outlook negativo, o in CreditWatch con implicazioni negative) e 59 nuovi potenziali downgrade (emittenti con rating da AAA a B- e con outlook negativo, o in CreditWatch negativo). Tali cifre sono in aumento rispetto ad agosto, quando non si registrava nessun potenziale fallen angel, ma 6 nuovi weakest link e 46 nuovi potenziali downgrade.
I nuovi potenziali downgrade sono stati trainati dal settore dei beni di consumo (9 negli USA, 2 in Europa e 1 in Canada), dall’hi-tech (5 negli US, 2 in Europa, 1 in Canada), dalle istituzioni finanziarie (4 negli Stati Uniti e due nell’area EEMEA – Europa orientale, Medioriente e Africa) e dall’health care (5 negli Stati Uniti).
Le pressioni inflazionistiche sono citate nel 51% dei nuovi potenziali downgrade, mentre il 40% degli upgrade potenziali ha beneficiato dell’aumento dei prezzi delle commodity.
Il 74% dei settori ha registrato un aumento del bias negativo (percentuale di rating con outlook negativo o Creditwatch on implicazioni negative) a settembre. Complessivamente, i beni di consumo, l’automotive, la vendita al dettaglio e la ristorazione presentano il potenziale di downgrade più elevato.