Mini-bond: aumentano le emissioni, più che raddoppiate le Srl emittenti
I mini-bond, intesi come titoli di debito emessi da piccole e medie aziende non quotate, si confermano fonte di finanziamento alternativa e complementare al credito bancario per le imprese italiane. Il mercato infatti continua a mostrare segnali di forza: anche nel 2018 è cresciuto il numero delle emissioni. E se la raccolta complessiva è diminuita è perché si è ridotto il valore medio dei collocamenti. Secondo il V Report italiano sui mini-bond redatto dall’Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano e presentato oggi, il 2018 ha contribuito con 198 emissioni, in aumento rispetto alle 170 del 2017, ma con un controvalore di 4,3 miliardi di euro che risulta in calo (era di 5,5) a causa del valore medio delle emissioni, sceso al minimo storico: 22,40 milioni di euro (contro 45) nel secondo semestre, 20,85 nel primo.
L’ultimo anno ha visto 176 imprese emittenti, di cui 123 affacciatesi sul mercato per la prima volta e 42 con un fatturato inferiore ai 10 milioni di euro. Più che raddoppiate le Srl, da 21 a 45. “Per il 2019 le aspettative sono più conservative rispetto al passato – commenta Giancarlo Giudici, direttore scientifico dell’Osservatorio Mini-Bond della School of Management del Politecnico di Milano – a causa dei primi segnali negativi provenienti dal ciclo economico, dell’incertezza sulle politiche di sviluppo interne e della possibile concorrenza delle operazioni di direct lending che si vanno diffondendo sul mercato. I volumi del 2019 saranno dunque abbastanza simili a quelli del 2018″.