Mite, scendono i prezzi dei carburanti: ma restano oltre +10% da inizio guerra
Secondo i dati settimanali del ministero della Transizione Ecologica appena pubblicati, scendono i prezzi della benzina e del gasolio in modalità self service. Tuttavia, tali cali non compensano i rialzi sui costi riscontrati da inizio guerra: benzina +11,6%, gasolio +17,4%. Come evidenzia l’Unione Nazionale Consumatori.
“Magra consolazione dato che ormai fare un pieno costa più dell’oro. Avere la benzina a 2,065 euro e il gasolio a 2,023 è intollerabile. Il risparmio settimanale è di appena 50 cent per un pieno da 50 litri, 0,45 euro per benzina e 0,56 euro per il gasolio” denuncia Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, sulla base dello studio condotto sui dati settimanali resi noti ora dal Mite.
“Il punto è che da quando è iniziata la guerra, nonostante il taglio di 30,5 cent del Governo, un litro di benzina costa oltre 21 cent in più, con un rialzo dell’11,6%, pari a 10 euro e 76 cent per un pieno da 50 litri, mentre il gasolio è maggiore di oltre 30 cent al litro, con un balzo del 17,4%, pari a 15 euro e 1 cent a rifornimento” prosegue Dona.
“Rispetto all’inizio dell’anno, la benzina è aumentata del 20,1%, pari a 17 euro e 27 cent per un pieno di 50 litri, 415 euro su base annua, il gasolio è lievitato del 27,6%, 21 euro e 86 cent a rifornimento, equivalenti a 525 euro annui” continua Dona.
“E’ un’emergenza nazionale. La proroga del taglio delle accise fino al 2 agosto, decisa dal Governo con il decreto del 26 giugno, è del tutto insufficiente dato che non ha mai impedito ai carburanti di proseguire indisturbati la loro corsa fino a sfondare già a metà giugno la soglia dei 2 euro. O il Governo alza la riduzione delle accise di almeno altri 10 cent e abbassa l’Iva dal 22 al 10%, oppure blocchi queste speculazioni intollerabili” conclude Dona.