Moderna vola del 9% nel pre-mercato su accordo con amministrazione Trump
La questione dei vaccini anti-Covid resta un tema caldo in questi giorni sui mercati. Ieri la statunitense Moderna ha annunciato che il governo americano si è assicurato una fornitura per 100 milioni di dosi di mRNA-1273 (vaccino anti-Covid) per una cifra pari a 1,5 miliardi di dollari (15 dollari a dose). È inoltre prevista l’opzione per gli Stati Uniti di acquistare ulteriori 400 milioni di dosi. Nel pre-mercato il titolo Moderna avanza di circa il 9 per cento.
“Il prezzo è inferiore a quello concordato da Pfizer e dal suo partner BioNTech in un accordo con il governo degli Stati Uniti a 19,5 dollari per dose”, sottolineano da Equita ricordando tuttavia che Moderna ha già ricevuto 955 milioni di dollari di aiuti dal governo USA, mentre Pfizer non ha beneficiato di alcun aiuto”. Fra gli altri accordi Equita segnala quello di J&J con il governo statunitense per un miliardo a fronte di 100 milioni di dosi (10 euro per dose) e di AstraZeneca con Paesi Bassi, Germania, Francia e Italia.
“Prima dell’accordo assumevamo un potenziale di 10 miliardi di fatturato (all’anno) per Moderna dal vaccino C-19 a seguito di 1 miliardo di dosi per un’ipotesi di prezzo di 10 dollari/dose (nella parte inferiore dello spettro dei prezzi dei vaccini)”, affermano gli esperti di Equita che assumono anche una fascia di costo di produzione del 5% -10% per il vaccino che costituirebbe il fatturato di competenza di Lonza”. E ancora gli analisti della sim milanese calcolano che “in caso di successo del vaccino, a 25-30 dollari a dose, il valore del progetto di Moderna possa valere per Lonza fino a un massimo di 10-11 miliardi di franchi svizzeri”.
Intanto ieri sui mercati è piombata la notizia che la Russia ha registrato il primo vaccino contro il coronavirus nel mondo. Una notizia che ha suscitato alcune critiche da parte della comunità scientifica e che ha spinto l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) a fare alcune precisazioni. Tramite il suo portavoce Tarik Jasarevic ha indicato che il vaccino russo, chiamato “Sputnik V”, dovrà essere sottoposto a “rigorosi esami e valutazioni di tutti i dati richiesti sulla sicurezza e l’efficacia”. Controlli indispensabili prima del rilascio dell’approvazione da parte dell’organizzazione mondiale.