Mps (+14%) in vetta a Milano grazie a Moody’s, svalutazione 1,2 mld passa in secondo piano
Strappo violento al rialzo per il titolo Mps che dopo essere stato sospeso per eccesso di rialzo segna oltre +14% in area 1,64 euro (massimi intraday a 1,685 euro). A sostenere il titolo del gruppo bancario senese la decisione di Moody’s che ha rivisto il rating standalone (il profilo di credito autonomo) a “B3” dal precedente “Caa1”. Nessuna recisioni per i rating a lungo termine del debito senior unsecured e dei depositi sono stati confermati rispettivamente a “Caa1” e “B1” ed è stato migliorato l’outlook da “negativo” a “positivo”. L’upgrade del giudizio sul merito di credito autonomo di Mps, si legge nel report di Moody’s, “riflette i miglioramenti sostanziali nella qualità degli attivi degli asset della banca”.
Mps ha annunciato un Npe ratio al 12,5% alla fine del 2019, in deciso calo rispetto al 18% di fine 2018, come risultato del derisking in atto.
Intanto ieri sera la banca ha annunciato una svalutazione di 1,2 miliardi di euro del valore delle attività fiscali differite (Dta) in bilancio, dovuta ad alcune norme contenute nella legge di Bilancio come la reintroduzione dell’agevolazione fiscale Ace, oltre alla riduzione dei redditi imponibili attesi legata al peggioramento dello scenario macroeconomico. Tale svalutazione verrà contabilizzato alla voce “Imposte sul reddito di periodo”, con corrispondente impatto negativo sul risultato netto del 4° trimestre 2019 e conseguente chiusura del 2019 in perdita dopo l’utile di 279 mln del 2018.