Mps, nulla di fatto dal cda su aumento capitale: banche consorzio di garanzia non hanno ancora firmato. Ma il mercato è ottimista, titolo +2%
Niente di fatto dalla riunione del cda di Mps della giornata di ieri: il consiglio non ha potuto procedere ad alcun annuncio sull’aumento di capitale previsto per il prossimo 17 ottobre, in quanto le banche del consorzio di garanzia non hanno ancora apposto la firma. Indiscrezioni parlano di una riunione fiume del cda, che tuttavia non si è tradotta nella fissazione del prezzo delle nuove azioni da emettere sul mercato e nelle integrazioni al prospetto, in vista del via libera definitivo della Consob. Il problema rimane l’indisponibilità delle banche del consorzio a garantire la sottoscrizione di un inoptato troppo ampio. Finora, dei 2,5 miliardi di euro che Mps ha intenzione di raccogliere con l’aumento di capitale, si sa che 1,6 miliardi di euro saranno messi dal Tesoro maggiore azionista. Rimane l’incognita sui 900 milioni di euro che devono arrivare dai capitali privati. Si parla di un impegno di Axa, partner di Mps, per un valore di 150 milioni, mentre rimane l’incognita dell’altra partner, la società di risparmio gestito Anima, che pretenderebbe un rafforzamento degli accordi in cambio della partecipazione alla ricapitalizzazione. Rumor citano anche l’impegno delle fondazioni bancarie toscane che, segnala l’agenzia Radiocor, “dovrebbero però essere autorizzate dal Ministero dell’Economia che è nella duplice veste di autorità di Vigilanza e azionista di controllo della banca” di Monte dei Paschi. Alcune casse di previdenza contattate starebbero valutando l’opzione della partecipazione all’operazione, mentre nuovi soci potrebbero diventare i fondi Algebris, Hosking e l’imprenditore francese Denis Dumont, vicini al ceo di Mps Luigi Lovaglio ai tempi in cui il manager era a capo di Creval. Ma le banche del consorzio di garanzia, vorrebbero almeno un impegno, da parte degli investitori privati, pari alla metà dei 900 milioni di capitali privati necessari, in quanto non disponibili a farsi carico della sottoscrizione di un inoptato troppo grande, che le esporrebbe al rischio di un calo delle azioni successivo al rafforzamento di capitale. Il titolo Mps segna tuttavia un solido rialzo, pari a +2% circa.