Mps: utile netto in crescita del 68,6% nei 9 mesi
MPS ha approvato i risultati consolidati al 30 settembre 2024. I risultati della banca senese, nel terzo trimestre, evidenziano un utile netto superiore alle attese degli analisti e pari a 406,7 milioni (+31% su base annua, contro 316,6 del consensus).
I ricavi sono cresciuti del 5,6% annuo a 1,01 miliardi (stima 946 milioni), con un margine di interesse in flessione dell’1,6% a 595,6 milioni (attese 570 milioni) e commissioni per 356 milioni (+12%, vs 337,7 mln previsti).
Rispetto al secondo trimestre, il margine di interesse è cresciuto dell’1,8%, “bilanciando commissioni che hanno limitato (-3,9% trimestre su trimestre) l’effetto della consueta stagionalità e registrando un incremento del 12,5% rispetto al terzo trimestre dell’anno precedente.”
Nei 9 mesi, il risultato operativo lordo è salito del 13,7% a 1,645 miliardi, grazie alla dinamica positiva dei ricavi (+8,3%) spinti dal margine di interesse (+4,7% ) e dalle commissioni (+10,7%), con un forte contributo del wealth management (+19,6%). L’utile netto ha raggiunto gli 1,566 miliardi (+68,6% a/a).
Il CET1 Ratio fully loaded ha visto un ulteriore miglioramento, attestandosi al 18,3%, includendo l’utile del terzo trimestre al netto dei dividendi, con un payout ratio al 75% (+28 bp t/t).
La raccolta totale è cresciuta da inizio anno (+5,8 miliardi di euro) su tutte le componenti, con un maggiore focus nel terzo trimestre sul risparmio gestito, in linea con il piano industriale.
Il costo del credito nei nove mesi è stato di 52 punti base, in linea con la guidance.
Mps ha finalizzato la cessione di un pacchetto di NPE con un gross book value di circa 300 milioni di euro, i cui effetti economici sono già riflessi nei dati dei nove mesi. Escludendo il relativo portafoglio, lo stock dei crediti deteriorati lordi era pari a 3,6 miliardi di euro; l’NPE ratio lordo è pari al 4,5%, l’NPE ratio netto al 2,4% e la copertura complessiva dei crediti deteriorati al 48,1%.
La posizione di liquidità rimane solida, con una counterbalancing capacity non impegnata a 32 miliardi di euro e con un’ulteriore riduzione dell’incidenza del funding BCE sul totale passivo, pari al 7% (circa -4 punti percentuali da inizio anno); l’LCR è al 165% e l’NSFR al 133%.