Non solo Wall Street, soffre anche l’Asia. Borsa Tokyo in calo dopo dato inflazione Giappone
Effetto Wall Street e Treasuries Usa anche sulle borse asiatiche, che puntano verso il basso dopo il discorso proferito dal presidente della Fed Jerome Powell all’Economic Club of New York, scontando anche la pubblicazione del dato relativo all’inflazione del Giappone.
Powell ha detto che la Federal Reserve rimane “determinata” a riportare il tasso di crescita dell’inflazione Usa al target del 2%.
Sotto pressione in Asia soprattutto la borsa di Seoul e di Sidney, che arretrano alle 7.40 circa ora italiana, entrambe, di oltre l’1%.
Le borse di Hong Kong e di Shanghai perdono rispettivamente lo 0,56% e lo 0,65%.
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo lascia sul terreno poco più dello 0,20%.
Le parole del presidente della Fed Jerome Powell hanno portato i mercati dei futures sui fed funds ad azzerare le probabilità di un nuovo rialzo dei tassi nel meeting imminente del 31 ottobre-1° novembre, ma ad aumentare le scommesse su una stretta monetaria a dicembre.
“L’inflazione è ancora troppo alta”, ha detto Powell, aggiungendo anche di non credere che la politica monetaria sia diventata troppo restrittiva.
Ieri i tassi dei Treasuries hanno prezzato però la prospettiva di tassi più alti per un periodo di tempo più lungo e dunque il rischio di una Fed ancora hawkish, volando anche oltre la soglia del 5%, al record dal 2007, ovvero in 16 anni.
Il balzo dei rendimenti ha depresso Wall Street: il Dow Jones Industrial Average ha così ceduto nella sessione di ieri 250,91 punti, -0,75%, a 33.414,17 punti.
Lo S&P 500 ha perso lo 0,85% a 4.278, mentre il Nasdaq Composite è arretrato dello 0,96% a 13.186.
A mettere sotto pressione, in particolare, l’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo è anche l’inflazione del Giappone misurata dall’indice dei prezzi al consumo CPI, salita a settembre del 3% su base annua.
L’inflazione core, che esclude i prezzi dei beni alimentari freschi, è avanzata del 2,8%, a un ritmo inferiore al 3% per la prima volta in più di un anno, lievemente al di sopra del +2,7% atteso.
Il focus dei mercati si focalizza tuttavia sull’inflazione core-core del Giappone – quella che esclude i prezzi dei beni energetici e i prezzi dei beni alimentari freschi – che è salita al ritmo annuo del 4,2%, rallentando solo in misura lieve rispetto al +4,3% precedente.
Rimane così la preoccupazione che la Bank of Japan, nell’imminente meeting che si concluderà il 31 ottobre, indichi l’intenzione di imprimere una svolta alla politica monetaria incentrata tuttora, in Giappone, sui tassi negativi.