OPEC+: il vertice del 30 novembre si terrò online
Il vertice OPEC+, rinviato dal 26 al 30 novembre, si svolgerà online. L’Arabia Saudita e i suoi alleati petroliferi stanno affrontando nuovamente una disputa sulle quote di produzione per i membri africani. Questo disaccordo ha costretto il gruppo a rimandare il meeting, causando una discesa del Brent sotto gli 81 dollari al barile.
Prima del rinvio, gli operatori petroliferi ritenevano che l’Arabia Saudita stesse preparando un’estensione del taglio unilaterale di 1 milione di barili al giorno per sostenere i prezzi. Alcuni prevedevano anche che Riyadh potesse indurre altri membri a unirsi con ulteriori limitazioni.
Tuttavia, il disaccordo mette in dubbio tale risultato e riporta alla memoria gli eventi di giugno, quando l’Angola, il Congo e la Nigeria furono spinti dal Ministro dell’Energia saudita, il Principe Abdulaziz bin Salman, ad accettare obiettivi di produzione ridotti per il 2024.
Non è la prima volta che l’alleanza OPEC+ a 23 nazioni cambia i suoi piani a breve termine. Lo stesso accadde un anno fa, quando decise di spostare la sua riunione online dopo aver fissato gli obiettivi di produzione durante un incontro a Vienna il mese precedente. La riunione rimandata al 30 novembre coincide con il primo giorno dei colloqui sul clima delle Nazioni Unite, ospitati dagli Emirati Arabi Uniti, a Dubai.
Gli operatori attendono ora di vedere se l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio e i suoi partner risolveranno la disputa sulle quote e concorderanno eventuali misure per sostenere il mercato nel 2024. L’assenza di un accordo sulla produzione per il prossimo anno potrebbe lasciare i mercati petroliferi globali in una posizione precaria. Il petrolio è sceso di circa il 16% dal picco di settembre a causa di una produzione americana sorprendentemente forte, mentre la Cina, il più grande importatore di petrolio al mondo, ha visto margini di raffinazione in calo e indicatori economici vacillanti.
Allo stesso tempo, l’offerta iraniana si è ripresa grazie all’allentamento delle sanzioni americane, e le esportazioni russe sono rimaste stabili.