Partner nella vita e anche nel lavoro: nell’utimo anno il 34,9% ha fornito supporto agli smart workers,
Nell’ultimo anno il 63,6% degli Italiani ha condiviso con familiari e/o conviventi momenti di smart working, o perché si è direttamente sperimentato il lavoro agile o perché lo ha fatto chi vive sotto lo stesso tetto.
Così emerge dalla nuova Indagine di InfoJobs, piattaforma per la ricerca di lavoro online- racconta la nuova normalità attraverso le risposte di oltre 5.000 utenti da cui emerge che l’aver affiancato involontariamente familiari o coinquilini anche nella loro sfera professionale ha contribuito a far comprendere maggiormente il loro lavoro, o perché si sono capite cose che prima proprio non si sapevano del lavoro altrui (30%) o perché prima di questa “prova” ci si immaginava una realtà professionale molto diversa da quella reale (15,4%). Di contro, per il 28,8%, la vita lavorativa è stata invece confinata senza osmosi con quella privata, complici gli spazi molto ben separati.
Il connubio casa-lavoro altrui si è rivelato molto utile soprattutto per far comprendere diversi aspetti: le capacità professionali e il valore delle persone care nel luogo di lavoro (36%), poter rispondere finalmente alla domanda: “ma tu… alla fine, che lavoro fai?” (26,7%), o semplicemente comprendere motivi di stress da lavoro e preoccupazioni che chi vive con noi manifesta (20,5%), così come le dinamiche interne e le relazioni con i colleghi (16,8%). Tirando le somme dell’esperienza vissuta e valutando l’opzione casa-lavoro per il futuro, il 40,8% è d’accordo sul mantenerla ogni tanto, ma con cautela, infatti è bello aver provato questo modo di vivere la vita lavorativa in famiglia, mentre un no categorico e il countdown per il ritorno della vista professionale rigorosamente fuori casa arriva dal 37,4%. Un “sì” deciso per l’alleanza perenne casa-lavoro è invece espresso dal 21,8%.