Paura Fed più falco: tassi Treasuries a 2 anni al record dal 2007 post Powell
Le parole che il numero uno della Fed Jerome Powell ha proferito in occasione del simposio di Jackson Hole non potevano non avere un effetto sul mercato dei titoli di stato Usa, oltre che sull’azionario.
I tassi dei Treasuries a 10 anni salgono oltre il 3,12%, avanzando fino a +8 punti base nelle contrattazioni dei mercati asiatici: ma è il trend dei tassi dei Treasuries a 2 anni – i rendimenti rispecchiano maggiormente le aspettative sulla politica monetaria della banca centrale Usa – che si mette in evidenza, con un balzo fino al 3,45%, al valore massimo dal novembre del 2007, e in concomitanza con le brusche vendite che si stanno abbattendo sull’azionario asiatico (e non solo) dopo il discorso proferito da Jerome Powell.
In crescita anche i tassi Usa a 30 anni, al 3,2%, così come toccano il 3,2% anche i tassi dei Treasuries a 5 anni. Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha confermato venerdì scorso la determinazione della banca centrale Usa a fermare l’inflazione, ammettendo che la Fed continuerà ad aumentare i tassi di interesse in un modo tale da causare “una certa sofferenza” all’economia statunitense.
“La stabilità dei prezzi è responsabilità della Federal Reserve e funge da fondamento della nostra economia”, ha dett Jerome Powell, nel suo discorso a Jackson Hole. “Senza stabilità dei prezzi, l’economia non funziona per nessuno”, ha aggiunto. Il Dow Jones è crollato così di 1.008 punti, poco più del 3%, soffrendo la sessione peggiore dal mese di maggio. Lo S&P 500 e il Nasdaq Composite hanno riportato tonfi rispettivamente del 3,4% e del 3,9%, concludendo la seduta peggiore dal mese di giugno.
Mentre scriviamo, i futures sul Dow Jones sono in calo di oltre 200 punti, mentre quelli sul Nasdaq perdono l’1,22%; quelli sullo S&P 500 cedono lo 0,85%.