Pensioni: boom della spesa previdenziale destinata a salire di 50 miliardi in tre anni
Destinata a “schizzare” di oltre 50 miliardi, nei prossimi tre anni, la spesa per le pensioni con gli assegni Inps che peseranno sempre di più sul bilancio pubblico passando dal 32% al 35% del totale delle uscite dalle casse dello Stato. È quanto emerge da un’analisi del Centro studi di Unimpresa, secondo la quale è pari a poco meno di 7 miliardi di euro e non a 8 miliardi la dote finanziaria, messa sul piatto dal governo, volta a ridurre le tasse nel 2022. «Oltre un terzo del denaro dei contribuenti verrà impiegato per pagare gli assegni di chi non lavora: si tratta di un evidente squilibrio nell’allocazione delle risorse pubbliche, con un forte sbilanciamento sul versante della previdenza, mentre sarebbe più opportuno introdurre dei correttivi che spostino risorse verso gli investimenti, in particolare quelli destinate al completamento e alla realizzazione delle infrastrutture, anche tecnologiche, e delle grandi opere pubbliche» rilevano gli analisti di Unimpresa.
Secondo l’analisi del Centro studi di Unimpresa, che ha esaminato il Complessivamente, nell’arco dei prossimi tre anni, si accumulerà un “tesoretto” di 23,2 miliardi (-38,4%) che rendono più sostenibile il costo del “servizio del debito”. «La somma prevista per la riduzione dei tributi, in particolare della tassazione dei redditi da lavoro dipendente, è decisamente non adeguata a modificare significativamente le buste paga dei lavoratori e, quindi, da un lato a dare un sollievo economico alle famiglie, dall’altro a dare un impulso positivo ai consumi» osservano ancora gli analisti di Unimpresa.