Per l’Argentina è di nuovo incubo default, Borsa crolla del 37% e peso in caduta libera
Torna l’ombra di un default finanziario per l’Argentina. Ieri è andata in scena una giornata da incubo per il paese sudamericano: crollo del 37% della Borsa (-48% se espresso in dollari), peso in picchiata e banca centrale che ha alzato i tassi al livello record del 74%. Il tutto a meno di un anno dall’accordo con il Fondo monetario internazionale, che concesse a Buenos Aires 56 miliardi di dollari di prestiti.
A far scattare l’allarme è stata la sconfitta elettorale del presidente argentino Mauricio Macri alle primarie, considerato un test importante per le elezioni di ottobre. Il presidente liberale argentino ha subito una pesante battuta d’arresto domenica contro il peronista di centrosinistra ed ex primo ministro, Alberto Fernandez. Il capo di gabinetto nei governi degli ex presidenti Nestor Kirchner e Cristina Kirchner (marito e moglie che si sono dati il cambio) ha superato Macri con un divario di 15 punti percentuali. Distanza difficilmente colmabile da qui alle elezioni del 27 ottobre.
Sul valutario il peso argentino ha perso fino a un terzo del suo valore rispetto al dollaro, per poi chiudere a -19%.