Petrolio a -4% dopo limitati attacchi israeliani in Iran
Il petrolio perde il 4% in avvio di settimana, dopo che gli attacchi israeliani contro obiettivi in Iran hanno risparmiato le strutture petrolifere del membro OPEC, alimentando la speranza di un allentamento delle ostilità nella regione.
Il Brent viaggia al di sotto dei 73 dollari al barile e il Wti vicino ai 69 dollari, dopo aver recuperato parte delle perdite. Gli aerei israeliani hanno colpito obiettivi militari in tutto l’Iran sabato, mantenendo la promessa di rappresaglia per un assalto missilistico all’inizio del mese, sebbene l’attacco sia stato più contenuto del previsto.
L’attacco ha evitato infrastrutture petrolifere, nucleari e civili, in linea con una richiesta dell’amministrazione del presidente statunitense Joe Biden. Citigroup ha ridotto le sue previsioni sul prezzo del Brent, citando minori rischi dal conflitto in Medio Oriente.
Teheran non ha immediatamente promesso di rispondere all’attacco e i media statali iraniani hanno riferito che le attività dell’industria petrolifera del paese procedono normalmente.
L’attacco missilistico dell’Iran del 1° ottobre aveva ripristinato un premio al rischio sul petrolio, ma la risposta limitata da parte di Israele probabilmente riorienterà l’attenzione del mercato su un’offerta abbondante e le preoccupazioni sulla domanda cinese.
I profitti delle imprese industriali della nazione asiatica nel corso del weekend hanno evidenziato le prospettive deboli per il più grande importatore di greggio del mondo, nonostante gli stimoli governativi recenti.
L’OPEC+ prevede di iniziare gradualmente a ripristinare la produzione di petrolio a dicembre, e il mercato osserva attentamente eventuali cambiamenti a questa tempistica. Il gruppo di produttori si incontrerà il 1° dicembre per valutare la politica di output per il 2025.