Petrolio ancora in calo dopo il crollo della vigilia
Il petrolio scambia ancora in calo dopo aver perso quasi il 5% martedì. La possibile risoluzione delle tensioni politiche in Libia ha spostato l’attenzione verso il piano dell’OPEC+ di aumentare la produzione, mentre persistono le preoccupazioni sulla domanda.
Il Brent è scivolato verso i 73 dollari al barile e il West Texas Intermediate è sceso sotto i 70 dollari per la prima volta da inizio gennaio. Un banchiere centrale libico ha dichiarato che sembra imminente un accordo per risolvere la disputa tra i governi rivali nella nazione nordafricana afflitta da conflitti, il che potrebbe favorire la ripresa della produzione petrolifera.
C’era una certa speculazione che il tumulto in Libia potesse dare spazio all’OPEC+ di restituire più barili da ottobre come pianificato, ma una risoluzione renderà probabilmente più difficile per l’alleanza aumentare la produzione senza influenzare i prezzi. Il gruppo ha precedentemente dichiarato che potrebbe mettere in pausa o invertire gli aumenti se necessario.
Il petrolio ha annullato tutti i guadagni di quest’anno a causa delle preoccupazioni sull’outlook economico in Cina — il più grande importatore di greggio al mondo — e dell’abbondante offerta proveniente da fuori dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio. Parte della caduta di martedì potrebbe essere stata causata da trader algoritmici che seguono le tendenze sempre più ribassiste.
Gli investitori attendono anche i dati sul mercato del lavoro Usa in calendario venerdì, che potrebbero offrire ulteriori dettagli sul percorso futuro della Federal Reserve riguardo ai tagli dei tassi d’interesse. Un rapporto del mese scorso ha mostrato un aumento nel tasso di disoccupazione, alimentando i timori di recessione.