Petrolio corre dopo le nuove sanzioni Usa contro la Russia
Il petrolio ha toccato i massimi da quattro mesi a seguito di una nuova ondata di sanzioni statunitensi contro l’industria energetica russa che minacciano di ridurre le forniture, seminando confusione tra i principali importatori asiatici.
Il Brent si è avvicinato agli 81 dollari al barile, dopo aver registrato un aumento di quasi il 4% nella sessione precedente. Il WTI (West Texas Intermediate) è arrivato in prossimità degli 78 dollari. Venerdì, gli Stati Uniti hanno imposto le loro sanzioni più aggressive e ambiziose contro l’industria petrolifera russa, prendendo di mira grandi esportatori, compagnie di assicurazione e oltre 150 petroliere.
A seguito di queste mosse, a meno di due settimane dall’insediamento di Donald Trump, le raffinerie in India e Cina potrebbero essere costrette a cercare forniture alternative. L’India è emersa come un acquirente vitale del greggio russo dopo l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca nel 2022, e la Cina è il più grande importatore di petrolio al mondo.
Il rally del greggio nelle ultime settimane è stato alimentato anche dal clima rigido, dalla diminuzione delle scorte statunitensi e dalla speculazione che i funzionari di Trump possano inasprire i controlli contro i flussi dall’Iran nei prossimi mesi. Il vasto pacchetto di sanzioni dell’amministrazione Biden in uscita minaccia di portare nuove interruzioni, potenzialmente cambiando il quadro di mercato per l’OPEC+, che prevede di iniziare ad allentare i tagli alla produzione più tardi quest’anno dopo una serie di rinvii.