Petrolio in ribasso dopo Fed malgrado calo scorte
Petrolio in flessione per la terza giornata consecutiva, dopo i guadagni delle sedute precedenti. Il Brent viaggia in area 92,3 dollari e il Wti a 88,4 dollari al barile.
Ad alimentare le vendite hanno contribuito i toni restrittivi della Fed, che pur lasciando invariato il costo del denaro ha segnalato tassi elevati più a lungo, con un ulteriore rialzo molto probabile quest’anno.
Queste proiezioni hanno portato ad una riduzione del valore di diversi asset rischiosi, compreso il petrolio, mentre il dollaro ha guadagnato terreno.
Questo ah oscurato anche il calo superiore alle aspettative delle scorte di greggio statunitensi (-2,1 milioni di barili la scorsa settimana). Nel centro di stoccaggio di Cushing, in Oklahoma, le riserve sono diminuite di 2,1 milioni di barili, portando gli stock al livello più basso da luglio 2022 e poco sopra il livello operativo minimo della struttura.
Il mercato del petrolio ha registrato un forte rialzo nel corso dell’ultimo trimestre, grazie all’estensione dei tagli alla produzione da parte dell’Arabia Saudita e della Russia fino alla fine dell’anno.
Le prospettive economiche sempre più positive nelle due maggiori economie mondiali, Stati Uniti e Cina, hanno inoltre rafforzato le aspettative di prezzi in aumento, con diverse voci che ipotizzano un ritorno del petrolio a 100 dollari al barile.
Infine, nonostante il recente calo, gli spread temporali (un importante indicatore di scarsità dell’offerta a breve termine) rimangono forti.