Petrolio, per FMI nessun recupero significativo nel 2021. Prezzi Brent -40% rispetto a livelli pre-pandemia
La ripresa dei prezzi del petrolio, il prossimo anno, non sarà particolarmente significativa. E’ quanto ha reso noto Jihad Azour, direttore del dipartimento del Medio Oriente e dell’Asia centrale presso il Fondo Monetario Internazionale.
Sebbene le quotazioni del petrolio crude abbiano recuperato terreno dal forte crollo del mese di marzo, il contratto del Brent rimane a un livello ancora inferiore di quasi il 40% rispetto a quelli precedenti la pandemia del coronavirus COVID-19.
Secondo l’Fmi, i prezzi del petrolio continueranno a oscillare in generale tra la soglia di $40 e i $50 al barile, nel corso del 2021, praticamente alla metà degli $80 al barile di cui l’Arabia Saudita, maggior produttore di petrolio dell’Opec, necessita per assicurare il pareggio di bilancio.
I prezzi del petrolio sono, di fatto, il fattore più importante per la ripresa economica dei paesi esportatori di petrolio, soprattutto perpaesi come Arabia Saudita, Iraq, Iran, gli Emirati ARabi Uniti, il Bahrein e il Kuwait.
Per l’area Medio Oriente-Asia centrale, l’Fmi prevede per quest’anno una contrazione del Pil pari a -4,1%, peggiore di 1,3 punti percentuali rispetto al precedente outlook di aprile.
Intanto, nella giornata di oggi, i prezzi del WTI scendono dello 0,48% circa, a 40,68 al barile, mentre il Brent arretra dello 0,47%, a $42,73. Il calo dei prezzi si spiega con i timori legati alla domanda di energia e di petrolio, destinata a scendere sia per i minori consumi a livello mondiale, che portano le aziende a ridurre i livelli di produzione, che per il timore di nuovi lockdown, che renderebbero meno sostenuta la domanda di petrolio & Co,a causa della chiusura di diverse attività.