Petrolio: quotazioni ancora giù, ecco cosa succede tra offerta, domanda e produzione (analisti)
Nuovo scivolone del petrolio in avvio di settimana. Le quotazioni del Wti (riferimento Usa) segnano un calo di oltre l’1,4% poco sopra 22 dollari al barile, mentre il Brent (riferimento europeo) mostra ribassi maggiori e pari a oltre il 5% a 25,58 dollari dopo il breve recupero andato in scena venerdì scorso.
Come sottolinea Carlo Alberto De Casa, capo analista di ActivTrades, “il barile è di nuovo in ribasso, semplicemente perché c’è troppa offerta di petrolio per questo scenario di crisi, in cui la domanda è diminuita e la produzione è cresciuta. Il forte rimbalzo di venerdì, quando il prezzo è salito a 28 dollari, è finito in poche ore. Il petrolio è sceso di nuovo e sta ora testando nuovamente il livello di supporto chiave di 21. Nelle ultime ore stiamo assistendo a un rimbalzo verso i 22,5, che può essere considerato un rimbalzo modesto, nelle attuali condizioni di enorme volatilità”.
Da un punto di vista tecnico, secondo la view di De Casa, ora è cruciale la zona di contenimento di 20,5/21 dollari al barile. Se si sprofondasse sotto questo livello di supporto potrebbe esserci spazio per ulteriori correzioni. Il primo segnale positivo arriverebbe invece se i prezzi si riprendessero e mantenessero almeno quota 24 dollari, in uno scenario che rimane ribassista e estremamente volatile.