Petrolio verso la seconda perdita settimanale consecutiva

Il petrolio ha registrato un lieve aumento, ma si trova ancora sulla traiettoria per registrare una seconda perdita settimanale, in seguito al disordine scatenato nei mercati globali dalla politica commerciale aggressiva del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha suscitato timori riguardo a una possibile recessione e a una fuga dagli asset rischiosi.
Il Brent si è avvicinato ai 64 dollari al barile, pur avendo perso circa il 2% in questa settimana, dopo aver toccato il minimo degli ultimi quattro anni mercoledì, mentre il West Texas Intermediate si aggirava intorno ai 61 dollari.
I principali indicatori del mercato del petrolio hanno mostrato segnali ribassisti, come il ritorno del contango sui prezzi in alcuni tratti della curva dei futures, segnalando aspettative di debolezza.
Il petrolio ha perso il 15% del suo valore ad aprile, nell’ambito di un ampio sell-off che ha coinvolto la maggior parte delle materie prime. Le tariffe statunitensi includono una tassa punitiva del 145% sulle importazioni dalla Cina, che ha risposto con ritorsioni. Il greggio è stato inoltre penalizzato da una decisione dell’OPEC+ di allentare i vincoli all’offerta.