Piazza Affari arranca in avvio, sul Ftse Mib soffrono titoli oil e banche
Partenza in affanno per Piazza Affari con il Ftse Mib che cede lo 0,68% in area 21.333 punti. In attesa del meeting Bce di domani, sui mercati tengono ancora banco le preoccupazioni di un’imminente contrazione dell’economia europea mentre permangono le pressioni inflattive. Tra le commodity si acuisce la discesa del petrolio che tocca i minimi da gennaio. “Il calo dei prezzi del petrolio potrebbe fornire un certo sollievo sul fronte dell’inflazione, il tono negativo generale sembra ancora saldamente radicato nei mercati globali”, rimarca la Morning Call di IG.
Tra i singoli titoli del Ftse Mib si segnalano i cali dei petroliferi (-1,59% ENI, 1,7% Saipem) con il petrolio WTI scivolato in area 85 dollari al barile, sui minimi da gennaio, complici le crescenti preoccupazioni su un possibile indebolimento della domanda a livello globale.
Tra gli altri titoli cali nell’ordine del’1% circa per Unicredit e Intesa con i rispettivi presidenti che hanno minimizzato i rischi di turbolenze sui mercati in caso di vittoria della coalizione di centrodestra alle elezioni.
Vendite anche su TIM (-1,77%) con le indiscrezioni riportate oggi da Repubblica e Corriere che riportano tensioni sorte nel CdA di TIM tra Vivendi e CDP. Vivendi avrebbe infatti inviato una lettera al CdA a fine agosto sollevando dubbi sul doppio ruolo di CDP, presente nel board con il presidente di CDP Gorno Tempini ma allo stesso tempo azionista di controllo di Open Fiber.